La vittoria a tutti i costi è contro lo spirito sportivo

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 27 settembre Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti al 32° Congresso internazionale di medicina dello sport. Voi come medici specialisti – ha esordito il Pontefice – riconoscete che il punto di partenza di tutto il vostro lavoro è il singolo atleta che servite. Così come lo sport è qualcosa in più di una semplice competizione ; ogni sportivo, uomo e donna, è più di un mero concorrente : possiede una capacità morale e spirituale che deve essere arricchita e approfondita dallo sport e dalla medicina sportiva.

Talvolta, però, – ha proseguito il Papa – il successo, la fama, le medaglie e la ricerca del denaro diventano la principale, o addirittura l’unica motivazione per quanti sono coinvolti. Di tanto in tanto è perfino accaduto che la vittoria a tutti i costi abbia preso il posto del vero spirito sportivo e abbia portato all’abuso e all’uso sbagliato dei mezzi di cui la medicina moderna dispone. Voi siete consapevoli di tale tentazione – ha continuato Benedetto XVI – e so state dibattendo questa importante questione nel vostro Congresso. Lo fate perché certamente anche voi sapete che le persone delle quali vi prendete cura sono individui unici e dotati, a prescindere dalle capacità atletiche, e che sono chiamati alla perfezione morale e spirituale prima che a qualsiasi sacrificio fisico.

Di fatto, nella sua prima lettera ai Corinzi San Paolo osserva che l’eccellenza spirituale e atletica sono strettamente correlate, ed esorta i credenti ad allenarsi alla vita spirituale. «Però ogni atleta – dice l’Apostolo – è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile» (9,25). È per questo che vi esorto a continuare a tenere presente la dignità di coloro che assistete col vostro lavoro medico professionale. In tal modo, sarete agenti non solo di guarigione fisica e di bravura atletica, ma anche di rigenerazione morale, spirituale e culturale. Come il Signore stesso si è incarnato e si è fatto uomo, così ogni persona umana è chiamata a rispecchiare perfettamente l’immagine e la somiglianza di Dio. Prego per voi e per coloro che beneficiano del vostro lavoro, affinché il vostro impegno porti ad un apprezzamento più profondo della bellezza, del mistero e del potenziale di ogni persona umana, atletico o di alto genere, fisicamente abile o con disabilità. Che  la vostra professionalità, il vostro consiglio e la vostra amicizia – ha concluso – possano recare vantaggio a tutti coloro che siete chiamati ad aiutare.