La Rivelazione e la teologia della storia
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 13 settembre a Castel Gandolfo è stato offerto a Papa Benedetto XVI un volume nel quale, per la prima volta, viene pubblicato il testo integrale della tesi di abilitazione alla docenza che il giovane Joseph Ratzinger dedicò alla comprensione della Rivelazione e alla teologia della storia in San Bonaventura.
Nella prefazione del libro il Pontefice, dopo aver osservato che dal 1962 non aveva più ripreso in mano questo studio, rileva che l’opera è influenzata dal periodo (gli anni Cinquanta) in cui è stata concepita. Ciò nonostante – continua il Papa – rileggendola ho ricavato l’impressione che le sue risposte siano fondate e che pure oggi abbiano qualcosa da dire. Soprattutto – continua Benedetto XVI – mi sono reso conto che la questione dell’essenza della Rivelazione e il fatto di riproporla hanno ancora nei nostri giorni una loro urgenza, forse anche maggiore che in passato.
La constatazione che non ci sia nella dottrina medievale alcun concetto di «storia della salvezza» nel senso attuale del termine è evidente, tuttavia – scrive ancora il Pontefice – due indizi dimostrano che in San Bonaventura c’era il problema della Rivelazione come cammino storico. Viene, infatti, presentata la doppia figura della Rivelazione come Antico e Nuovo Testamento, che pone il rapporto tra l’unità della verità e la diversità della mediazione storica.
A questa forma classica della relazione tra storia e verità, che San Bonaventura condivide con la teologia del suo tempo, si aggiunge in lui anche la novità per la quale la storia, che è proseguimento dell’opera divina, diviene una sfida drammatica. Queste considerazioni, da questione accademica, passarono ad essere un problema concreto, quando San Bonaventura divenne ministro generale dell’Ordine francescano e dovette affrontare le gravi tensioni fra «realisti» e «spirituali».
In questo senso – conclude il Papa – la storia, per san Bonaventura, fu improvvisamente tangibile come realtà e come tale dovette essere affrontata sia con l’azione che con la riflessione teologica.