La nostra vita è un pellegrinaggio

La vocazione di Abramo comincia con questo comando: «Vattene dalla tua terra» (Gen 12,1). E il patriarca lascia quel pezzo di mondo che conosceva bene e che era una delle culle della civiltà del tempo. Tutto cospirava contra la sensatezza di quel viaggio. Eppure Abramo parte. Nel suo cammino nel mondo, l’uomo non è mai solo. Soprattutto il cristiano non si sente mai abbandonato, perché Gesù ci assicura di non aspettarci solo al termine del nostro lungo viaggio, ma di accompagnaci in ognuno dei nostri giorni. Fino a quando perdurerà la cura di Dio nei confronti dell’uomo? Fino a quando il Signore Gesù che cammina con noi, ci sarà accanto? La risposta del Vangelo non lascia adito a dubbi: «fino alla fine del mondo». Passeranno i cieli, passerà la terra, verranno cancellate le speranze umane, ma la Parola di Dio è più grande di tutto e non passerà. E Lui sarà il Dio con noi, che cammina con noi. Non ci sarà giorno della nostra vita in cui cesseremo di essere una preoccupazione per il cuore di Dio. Perché fa questo? Semplicemente perché ci ama.

Dio provvederà a tutti i nostri bisogni, non ci abbandonerà nel tempo della prova e del dubbio. Questa certezza chiede di annidarsi nel nostro animo per non spegnersi mai. Qualcuno la chiama con il nome di «Provvidenza», cioè la vicinanza di Dio, il camminare di Dio. Non a caso tra i simboli cristiani della speranza c’è quello dell’àncora. Essa esprime che la nostra speranza non è vaga; non va confusa con il sentimento mutevole di chi vuole migliorare le cose di questo mondo in maniera velleitaria, facendo leva solo sulla propria forza di volontà. La speranza cristiana, infatti, trova la sua radice non nell’attrattiva del futuro, ma nella sicurezza di ciò che Dio ha promesso e ha realizzato in Cristo Gesù.

La nostra fede è l’àncora in cielo. Noi abbiamo la nostra vita ancorata al cielo. «Homo viator, spe erectus», dicevano gli antichi. Il santo popolo fedele di Dio è gente che sta in piedi («erectus») e cammina («viator»), nella speranza. E dovunque va, sa che l’amore di Dio lo ha preceduto: non c’è parte del mondo che sfugga alla vittoria di Cristo Risorto.