La lettera al patriarca Bartolomeo I

DI ANDREA DRIGANI

Lunedì 30 novembre, in occasione della festa di sant’Andrea apostolo, è stata resa pubblica la lettera che Papa Benedetto XVI ha inviato a Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Negli ultimi decenni – scrive il Pontefice – le nostre Chiese si sono impegnate con sincerità a percorrere il cammino verso il ripristino della piena comunione e, sebbene non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo, sono stati compiuti molti passi, che ci hanno permesso di approfondire i nostri legami. La nostra crescente amicizia – continua il Papa – il nostro rispetto reciproco, la nostra volontà di incontrarci e di riconoscerci gli uni gli altri come fratelli in Cristo non dovrebbero essere ostacolati da quanti rimangono fissati al ricordo di differenze storiche : ciò impedisce loro di aprirsi allo Spirito Santo, che guida la Chiesa ed è capace di trasformare tutte le debolezze umane in opportunità di bene.

Benedetto XVI ha poi rilevato che l’ultima sessione della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico, svoltasi nel mese di ottobre a Cipro, è stata caratterizzata da un senso di solenne impegno e da un affettuoso sentimento di vicinanza. Il tema della sessione «Il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio» – ha osservato il Papa – è di certo complesso e richiederà uno studio ampio ed un dialogo paziente. La Chiesa cattolica comprende il ministero petrino come un dono del Signore alla sua Chiesa. Questo ministero – precisa il Pontefice – non deve essere interpretato in una prospettiva di potere, bensì nell’ambito di una ecclesiologia di comunione come servizio all’unità nella verità e nella carità.

Il Vescovo della Chiesa di Roma che presiede nella carità (sant’Ignazio di Antiochia), è inteso come il «Servus servorum Dei» (san Gregorio Magno), quindi, come già aveva indicato Giovanni Paolo II, si tratta di cercare insieme, lasciandoci ispirare dal modello del primo millennio, le forme nelle quali il ministero del Vescovo di Roma possa realizzare un servizio riconosciuto da tutti. Preghiamo dunque Dio – conclude il Papa – che ci benedica; possa lo Spirito Santo guidarci lungo questo cammino difficile e tuttavia promettente.