La forza del perdono, antidoto alla tristezza

Chi non sa perdonare non ha ancora conosciuto la pienezza dell’amore. E solo chi ama veramente è in grado di giungere fino al perdono, dimenticando l’offesa ricevuta. Ai piedi della Croce, Maria vede il suo Figlio che offre tutto Sé stesso e così testimonia che cosa significa amare come ama Dio. Maria sull’esempio di Gesù e con la sua grazia è stata capace di perdonare quanti stavano uccidendo il suo Figlio innocente. Per noi, Maria diventa icona di come la Chiesa deve estendere il perdono a quanti la invocano. La Madre del perdono insegna alla Chiesa che il perdono offerto sul Golgota non conosce limiti. Il perdono della Chiesa deve avere la stessa estensione di quello di Gesù sulla Croce, e di Maria ai suoi piedi. E’ per questo che lo Spirito Santo ha reso gli Apostoli strumenti efficaci di perdono, perché quanto è stato ottenuto dalla morte di Gesù possa raggiungere ogni uomo in ogni luogo e in ogni tempo (Gv 20,19-23).

Il regalo che Maria ci dona dandoci Gesù Cristo è quello del perdono che rinnova la via, che le consente di compiere di nuovo la volontà di Dio, e che la riempie di vera felicità. Questa grazia apre il cuore per guardare al futuro con la gioia di chi spera. E’ l’insegnamento che ci proviene dal Salmo 51: «Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo…Rendimi la gioia della tua salvezza».

La forza del perdono è il vero antidoto alla tristezza provocata dal rancore e dalla vendetta. Il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace. Attraversiamo, dunque, la Porta Santa della Misericordia con la certezza della compagnia della Vergine Madre, la Santa Madre di Dio, che intercede per noi. Lasciamoci accompagnare da lei per riscoprire la bellezza dell’incontro con il suo Figlio Gesù. Spalanchiamo il nostro cuore alla gioia del perdono, consapevoli della fiduciosa speranza che ci viene restituita, per fare della nostra esistenza quotidiana un umile strumento dell’amore di Dio.