La domenica è un giorno santo

È la Messa, dunque, che fa la domenica cristiana. Che domenica è, per un cristiano, quella in cui manca l’incontro con il Signore? Ci sono comunutà cristiane che, purtroppo, non possono godere della Messa ogni domenica; anch’esse tuttavia, in questo santo giorno, sono chiamate a raccogliersi in preghiera nel nome del Signore, ascoltando la Parola di Dio e tenendo vivo il desiderio dell’Eucaristia. Alcune società secolarizzate hanno smarrito il senso cristiano della domenica illuminata dall’Eucaristia. È peccato, questo! In tali contesti è necessario ravvivare questa consapevolezza, per recuperare il significato della festa, il signficato della gioia, della comunità parrocchiale, della solidarietà, del riposo che ristora l’anima e il corpo.

L’astensione domenicale dal lavoro non esisteva nei primi secoli: è un apporto specifico del cristianesimo. Per tradizione biblica gli ebrei riposano il sabato, mentre nella società romana non era previsto un giorno settimnale di astensione dai lavori servili. Fu la dimensione cristiana del vivere da figli e non da schiavi, animata dall’Eucaristia, a fare della domenica – quasi universalmente – il giorno del riposo. Senza Cristo siamo condannati ad essere dominati dalla stanchezza del quotidiano, con le sue preoccupazioni e dalla paura del domani. L’incontro domenicale con il Signore ci dà la forza di vivere l’oggi con fiducia e coraggio e andare avanti con speranza. La Comunione eucaristica con Gesù, Risorto e Vivente in eterno, anticipa la domenica senza ritorno, quando non ci sarà più fatica né dolore né lutto né lacrime, ma solo la gioia di vivere pienamente e per sempre con il Signore. Anche di questo beato riposo ci parla la Messa della domenica, insegnandoci, nel fluire della settimana, ad affidarci nelle mani del Padre che è nei cieli. La qualità della vita cristiana si misura nella capacità di amare, come ha detto Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni gli altri» (Gv 13,35); ma come possiamo praticare il Vangelo senza attingere l’energia necessaria per farlo, una domenica dopo l’altra, alla fonte inesauribile dell’Eucaristia? Non andiamo a Messa per dare qualcosa a Dio, ma per ricevere da Lui ciò di cui abbiamo davvero bisogno.