La Chiesa solca il mare per portare il Vangelo
Sin dagli albori del Cristianesimo – ha esordito il Papa – il mondo marittimo è stato veicolo efficace di evangelizzazione. I discepoli di Gesù ebbero la possibilità di andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo ad ogni creatura, anche grazie alla navigazione, come ci ricordano i viaggi di San Paolo.
Anche oggi – ha continuato il Pontefice – la Chiesa solca i mari per portare la Buona Novella a tutte le nazioni e la capillare esperienza di coloro che operano nell’«Apostolato del Mare» (le cui prime Costituzioni furono approvate nel 1922 da Pio XI), attraverso la presenza negli scali portuali del mondo, con le visite quotidiane sulle navi attraccate nei porti e con l’accoglienza fraterna nelle ore di sosta degli equipaggi, sono il segno della sollecitudine verso quanti non possono ricevere una cura pastorale ordinaria. Questo mondo del mare, nel continuo peregrinare di persone, oggi deve tener conto dei complessi effetti della globalizzazione e, purtroppo, si trova a dover affrontate anche situazioni di ingiustizia, specialmente quando gli equipaggi sono soggetti a restrizioni per scendere a terra, quando vengono abbandonati insieme alle imbarcazioni su cui lavorano, quando cadono sotto la minaccia della pirateria o subiscono i danni dalle attività illegali.
Un pensiero particolare – ha aggiunto Benedetto XVI – va a quanti lavorano nel vasto settore della pesca e alle loro famiglie. Più di altri, infatti, essi devono affrontare le difficoltà del presente e vivono l’incertezza del futuro, segnato dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dall’eccessivo sfruttamento delle risorse. Ai pescatori che cercano condizioni di lavoro dignitose e sicure, salvaguardando il valore della famiglia, la tutela dell’ambiente e la difesa della dignità di ogni persona, va assicurata la vicinanza della Chiesa. L’apostolato dei laici in questo ambito – ha detto ancora il Pontefice – è già particolarmente attivo, annoverando molti volontari nei Centri «Stella maris», ma anche e soprattutto vede nei marittimi stessi una crescente attenzione per sostenere gli altri membri dell’equipaggio, incoraggiandoli pure a ritrovare e intensificare il rapporto con Dio durante le lunghe traversate oceaniche e assistendoli con spirito di carità nelle situazioni di pericolo.