Il ricordo di Matteo Ricci, messaggero del Vangelo fin nella lontana cina

DI ANDREA DRIGANI

Martedì 19 maggio è stata divulgata la lettera di Papa Benedetto XVI a monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il quarto centenario della morte del gesuita padre Matteo Ricci avvenuta a Pechino nel 1610. Mi associo pienamente – esordisce il Pontefice – al ricordo di questo generoso figlio della vostra terra, Matteo Ricci, infatti, nacque a Macerata nel 1552, egli fu un obbediente ministro della Chiesa e un intrepido e intelligente messaggero del vangelo di Cristo.

Considerando la sua intensa attività scientifica e pastorale – prosegue Benedetto XVI – non si può rimanere favorevolmente colpiti dall’innovativa e peculiare capacità che egli ebbe di accostare, con pieno rispetto, le tradizioni culturali e spirituali cinesi nel loro insieme. E’ stato in effetti tali atteggiamento  – continua il Papa- a contraddistinguere la sua missione tesa a ricercare la possibile armonia tra la nobile e millenaria civiltà cinese e la novità cristiana, che è fermento di liberazione e di autentico rinnovamento all’interno di ogni società, perché il Vangelo è destinato a tutti gli uomini, qualunque sia l’ambiente sociale e religioso al quale appartengano.

Nonostante le difficoltà e le incomprensioni che incontrò durante i 28 anni di permanenza in Cina, padre Ricci – aggiunge il Pontefice – volle mantenersi fedele, sino alla morte a questo stile di evangelizzazione, attuando un metodo e una strategia basati, da una parte, sul rispetto delle sane usanze del luogo che i neofiti cinesi non dovevano abbandonare quando abbracciavano la fede cristiana e, dall’altra, sulla consapevolezza che la Rivelazione poteva ancor più valorizzarle e completarle.

Auspico vivamente – conclude Benedetto XVI – che le manifestazioni giubilari in onore di Matteo Ricci (incontri, pubblicazioni, mostre, convegni ed altri eventi in Italia e in Cina) offrano l’opportunità di approfondire la conoscenza della sua opera. Seguendone l’esempio, possano le nostre comunità, all’interno delle quali convivono persone  di diverse culture e religioni, crescere nello spirito di accoglienza e di rispetto reciproco.