Il prete «Sia presente, identificabile e riconoscibile»

DI ANDREA DRIGANI

Lunedì 16 marzo Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti alla riunione plenaria della Congregazione per il Clero. Il ministero del prete – ha detto il Pontefice – si svolge «nella Chiesa». Una tale dimensione ecclesiale, comunionale, gerarchica e dottrinale è assolutamente indispensabile ad ogni autentica missione e, sola, ne garantisce la spirituale efficacia.

Questi quattro aspetti – ha proseguito il Papa – devono essere sempre riconosciuti come profondamente correlati: la missione è «ecclesiale» perché nessuno annuncia o porta se stesso, ma dentro ed attraverso la propria umanità ogni sacerdote deve essere consapevole di portare un Altro, Dio stesso, al mondo. Dio è la sola ricchezza che, in definitiva, gli uomini desiderano trovare in un prete. La missione è «comunionale», perché si svolge in un’unità e comunione che solo secondariamente ha anche aspetti rilevanti di visibilità sociale. Questi, d’altra parte – ha continuato Benedetto XVI – derivano essenzialmente da quell’intimità divina della quale il sacerdote è chiamato ad essere esperto, per poter condurre, con umiltà e fiducia, le anime a lui affidate al medesimo incontro con il Signore. Le dimensioni «gerarchica» e «dottrinale» suggeriscono l’importanza della disciplina (il termine si collega con «discepolo») ecclesiastica e della formazione dottrinale, e non solo teologica, iniziale e permanente.

Il servizio presbiterale – ha aggiunto il Pontefice – ha, infatti, le sue radici in special modo in una buona formazione, sviluppata in comunione con l’ininterrotta Tradizione della Chiesa, senza cesure né tentazioni di discontinuità. In tal senso – ha affermato il Papa – è importante favorire nei sacerdoti, soprattutto nelle giovani generazioni, una corretta recezione dei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II, interpretati alla luce di tutto il bagaglio dottrinale della Chiesa.

Urgente appare – ha concluso Benedetto XVI – anche il recupero di quella consapevolezza che spinge i sacerdoti ad essere presenti, identificabili e riconoscibili sia per il giudizio di fede, sia per le virtù personali, sia anche per l’abito, negli ambiti della cultura e della carità, da sempre al cuore dell’annuncio cristiano».