Il messaggio ai cattolici greco-melkiti
Giovedì 8 maggio Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il pellegrinaggio del Patriarcato di Antiochia dei greco-melkiti cattolici, guidato dal Patriarca Gregorios III Laham. Il Pontefice, nel suo discorso, ha esordito osservando che mentre si avvicina l’apertura dell’anno dedicato a San Paolo, non si può dimenticare che la sede del Patriarcato è nella città di Damasco, sulla cui via l’Apostolo ha vissuto l’evento che ha trasformato la sua esistenza e ha aperto le porte del cristianesimo a tutte le nazioni.
Vi incoraggio – ha continuato Benedetto XVI – affinchè in quell’occasione, un lavoro pastorale intenso susciti nelle vostre diocesi, nelle vostre parrocchie e in tutti i fedeli, un nuovo slancio per una conoscenza sempre più intima della persona di Cristo, grazie ad una rinnovata lettura dell’opera paolina e questo permetterà una testimonianza feconda fra gli uomini d’oggi. Conosco l’attività ecumenica della Chiesa melkita cattolica – ha proseguito il Papa – e le relazioni fraterne che avete stabilito con i vostri fratelli ortodossi e ne sono lieto. In effetti – ha aggiunto – l’impegno per la ricerca dell’unità di tutti i discepoli di Cristo è un obbligo urgente che scaturisce dal desiderio ardente del Signore stesso. Benedetto XVI ha poi rammentato, citando l’Enciclica Ut unum sint di Giovanni Paolo II, che l’unità dei cristiani non è il frutto dell’azione umana, ma è anzitutto un dono dello Spirito Santo. Apprezzo altresì – ha aggiunto il Pontefice – i buoni rapporti che intrattenete con i musulmani ed anche gli sforzi compiuti per risolvere i problemi che si possono porre, in una comprensione reciproca per promuovere e difendere insieme, a beneficio di tutti, la giustizia sociale ed i valori morali. Infine – ha osservato il Pontefice – nel compiere la sua missione nel contesto agitato e a volte drammatico del Medio Oriente, la Chiesa greco-melkita deve affrontare situazioni in cui la politica svolge un ruolo non indifferente.
È dunque importante mantenere contatti con autorità, istituzioni e partiti. Non spetta però al clero impegnarsi politicamente, bensì ai laici. Si deve comunque proporre a tutti – ha concluso il Papa – la luce del Vangelo, affinchè tutti s’impegnino a servire il bene comune , di modo che il cammino della pace si possa aprire dinanzi ai popoli dell’amata regione medio-orientale.