Il legame tra casa e piazza

DI ANDREA DRIGANI

Al termine della solenne Celebrazione eucaristica che Papa Benedetto XVI ha presieduto, domenica 2 settembre, nella Piana di Montorso, presso Loreto, in occasione dell’Agorà dei giovani italiani, ha introdotto, come di consueto, la preghiera mariana dell’Angelus, ricordando che Loreto, dopo Nazareth, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.

Perciò – ha continuato il Pontefice – il mio invito è a recarci tutti insieme, con la mente ed il cuore, nel Santuario della Santa Casa, tra quei muri che secondo la tradizione vengono da Nazareth, dove la Vergine disse «si» a Dio e concepì nel proprio grembo il Verbo eterno incarnato. Prima di scogliere questa nostra assemblea – ha proseguito il Papa – lasciamo per un momento l’agorà, cioè la piazza ed entriamo idealmente nella Santa Casa. C’è un legame perenne tra la piazza e la casa. La piazza è grande, è aperta, è il luogo dell’incontro con gli altri e del confronto ; la casa invece è il luogo del raccoglimento e del silenzio interiore, dove la Parola può essere accolta in profondità. Per portare Dio nella piazza – ha osservato Benedetto XVI – bisogna averlo prima interiorizzato nella casa, come Maria, nell’Annunciazione. E viceversa, la casa è aperta sulla piazza: lo suggerisce anche il fatto che la Santa Casa di Loreto ha tre pareti, non quattro: è una Casa aperta sul mondo, sulla vita, anche su questa Agorà.

Cari amici – ha detto ancora il Papa rivolgendosi alle diverse migliaia di giovani italiani presenti – è un grande privilegio per l’Italia ospitare, in questo dolcissimo angolo delle Marche, il Santuario della Santa Casa. Siatene giustamente fieri ed approfittatene. Nei momenti più importanti della vostra esistenza – ha aggiunto il Pontefice – venite qui, almeno con il cuore, per raccogliervi spiritualmente tra le mura della Santa Casa. Pregate la Vergine Maria, perché vi ottenga la luce e la forza dello Spirito Santo, per rispondere pienamente e generosamente alla voce di Dio. Allora – ha concluso Benedetto XVI – diventerete suoi veri testimoni nella «piazza», nella società, portatori di un Vangelo non astratto, ma incarnato nella vostra vita.