Il cristianesimo non è un’ideologia
L’Apostolo muove da un dato inoppugnabile, che non è l’esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone. Il cristianesimo nasce da qui. Non è un’ideologia, non è un sistema filosofico, ma è un cammino di fede che parte da un avvenimento, testimoniato dai primi discepoli di Gesù. San Paolo lo riassume in questo modo: Gesù è morto per i nostri peccati, fu sepolto, e il terzo giorno è risorto ed è apparso a Pietro e ai Dodici.
Annunciando questo avvenimento, che è il nucleo centrale della fede, l’Apostolo insiste soprattutto sull’ultimo elemento del mistero pasquale, cioè sul fatto che Gesù è risuscitato. Se infatti tutto fosse finito con la morte, in Lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non potrebbe generare la nostra fede. E’ stato un eroe. No! È morto, ma è risorto. Anche a San Paolo, ultimo di una nutrita lista, entra in contatto con Cristo Risorto. Sulla via di Damasco non ci fu soltanto un uomo che cadde a terra: ci fu una persona afferrata da un avvenimento che gli avrebbe capovolto il senso della vita. Il persecutore diviene apostolo, perché? Perché ha visto Gesù vivo!
Questo è il fondamento della fede di Paolo e degli altri apostoli, che diviene il fondamento della fede della Chiesa. È bello pensare che il cristianesimo è essenzialmente questo! Non è tanto la nostra ricerca di Dio (una ricerca, in verità, tentennante), ma piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti. Gesù ci ha presi, ci ha afferrati, ci ha conquistati per non lasciarci più. Il cristianesimo è grazia, è sorpresa, e per questo motivo presuppone un cuore aperto e capace di stupore.
Nel mattino di Pasqua possiamo fare come quelle persone di cui ci parla il Vangelo: andare al sepolcro di Cristo, vedere la grande pietra rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per noi un futuro inaspettato. Essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima nemica. San Paolo grida, riecheggiando i profeti: «Dov’è o morte la tua vittoria? Dov’è o morte il tuo pungiglione?».