Il Concilio, uno «straordinario evento»
DI ANDREA DRIGANI
Martedì 28 ottobre Papa Benedetto XVI ha inviato una lettera al padre Marco Tasca, ministro generale dell’ordine francescano conventuale in occasione del convegno, promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica «San Bonaventura» – Seraphicum, sul tema «Il Vaticano II nel pontificato di Giovanni Paolo II».
Non posso che rallegrarmi – esordisce Benedetto XVI – per la scelta di un tema che unisce insieme due argomenti di un interesse del tutto singolare per me: il Concilio Vaticano II, a cui ebbi l’onore di partecipare come esperto e la figura del mio predecessore che a quel Concilio recò un significativo contributo. Giovanni Paolo II – prosegue il Pontefice – ha accolto praticamente in ogni suo documento ed ancor più nelle sue scelte e nel suo comportamento come Successore di Pietro, le fondamentali istanze del Vaticano II, diventandone così qualificato interprete e coerente testimone. Sua preoccupazione costante – continua il Papa – è stata quella di far conoscere a tutti quali vantaggi potevano scaturire dall’accoglienza della visione conciliare, non solo per il bene della Chiesa, ma anche per quello della stessa società civile e delle persone in esse operanti. Papa Wojtyla ripeteva, in riferimento al Vaticano II, che abbiamo contratto un debito verso lo Spirito di Cristo, facendo presente, infatti, che lo Spirito parla alle Chiese (Ap 2,7) : durante il Concilio e per suo mezzo, la sua parola è divenuta particolarmente espressiva e decisiva per il Popolo di Dio. Noi tutti – scrive ancora Benedetto XVI – siamo davvero debitori dello straordinario evento ecclesiale del Vaticano II.
La molteplice eredità dottrinale che ritroviamo nelle sue Costituzioni dogmatiche, nelle Dichiarazioni e nei Decreti, ci stimola tuttora ad approfondire la Parola del Signore per applicarla all’oggi della Chiesa, tenendo presenti le numerose necessità degli uomini e delle donne del mondi contemporaneo, estremamente bisognoso di conoscere e sperimentare la luce della speranza cristiana. L’ansia per la salvezza dell’umanità – conclude il Papa – che animava i Padri del Concilio orientandone l’impegno per la ricerca di soluzioni ai tanti problemi odierni, non era meno viva nel cuore di San Bonaventura di fronte alle questioni della sua epoca, le cui risposte rimangono nella sostanza valide anche ai nostri giorni.