Il Concilio, la bussola che orienta i cristiani

Mercoledì 10 ottobre, all’udienza generale, Papa Benedetto XVI ha osservato che alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano II non c’erano particolari errori di fede da correggere o da condannare, né vi erano specifiche questioni di dottrina o di disciplina da chiarire, ma Giovanni XXIII desiderava che la Chiesa riflettesse sulla sua fede e sulle verità che la guidano. Da questa riflessione – ha detto ancora Benedetto XVI – doveva essere delineato in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e il pensiero moderno, non per conformarsi ad esso, ma per presentare a questo nostro mondo, che tende ad allontanarsi da Dio, l’esigenza del Vangelo in tutta la sua grandezza e in tutta la sua purezza.

Anche il tempo in cui viviamo – ha proseguito il Pontefice – continua ad essere segnato da una dimenticanza e sordità nei confronti di Dio. Dobbiamo, allora, imparare la lezione più semplice e più fondamentale del Concilio e cioè che il Cristianesimo nella sua essenza consiste nella fede in Dio, che è Amore trinitario, e nell’incontro, personale e comunitario, con Cristo che orienta e guida la vita: tutto il resto ne consegue. La cosa importante, oggi, proprio come era nel desiderio dei Padri conciliari, è che si veda, di nuovo con chiarezza, che Dio è presente, ci riguarda, ci risponde. E che, invece, quando manca la fede in Dio, crolla ciò che è fondamentale, perché l’uomo perde la sua dignità profonda.

Il Concilio ci ricorda – ha affermato il Papa – che la Chiesa in tutte le sue componenti, ha il compito di trasmettere la parola dell’amore divino, perché sia ascoltata e accolta quella chiamata che contiene in sé la nostra beatitudine. Guardando in questa luce alla ricchezza contenuta nei documenti del Vaticano II, sono da rammentare le quattro Costituzioni, quasi i quattro punti cardinali della bussola capace di orientarci. La Sacrosanctum Concilium ci indica come nella Chiesa all’inizio c’è l’adorazione, c’è la centralità del mistero della presenza di Cristo. E la Chiesa, corpo di Cristo e popolo pellegrinante nel tempo, ha come compito primario quello di glorificare Dio come esprime la Lumen gentium. Il terzo documento è la Dei Verbum: la Parola vivente di Dio convoca la Chiesa e la vivifica lungo tutto il cammino della storia. E il modo in cui la Chiesa porta al mondo intero la luce che ha ricevuto da Dio perché sia glorificato, è il tema della Gaudium et spes.

Il Concilio Vaticano II – ha concluso – è per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della fede.