Il compito dei vescovi: camminare con il gregge

Siamo chiamati e costituiti Pastori – ha esordito il Pontefice – non Pastori da noi stessi, ma dal Signore e non per servire noi stessi, ma il gregge che ci è stato affidato. Pascere significa, come rammenta il Vaticano II, avere abituale e quotidiana cura del gregge. Papa Francesco ha voluto presentare tre pensieri sul significato di «pascere»: accogliere con magnanimità, camminare con il gregge, rimanere con il gregge. Coloro che busseranno alla vostra porta, se la troveranno aperta, attraverso la vostra bontà e la vostra disponibilità, sperimenteranno la paternità di Dio e capiranno che la Chiesa sia una buona madre che sempre accoglie.

Accogliere tutti – ha continuato – per camminare con tutti. Il Vescovo è in cammino «con» e «nel» suo gregge. Il camminare insieme richiede amore, e il nostro servizio è un servizio di amore, amoris offiicium diceva sant’Agostino. E nel camminare – ha aggiunto – vorrei richiamare l’affetto verso i vostri sacerdoti. Il sacerdote è il primo prossimo del Vescovo, perciò uno dei primi compiti episcopali è quello di avere la cura spirituale dei presbiteri, non dimenticando le necessità umane di ciascun sacerdote, soprattutto nei momenti più delicati e importanti del loro ministero e della loro vita. Non è mai tempo perso quello passato con i sacerdoti ! Lo stile di servizio al gregge – ha detto ancora il Papa – sia quello dell’umiltà, direi anche dell’austerità e dell’essenzialità. Noi Pastori non siamo uomini con la «psicologia da principi», cioè uomini ambiziosi che sono sposi di una Chiesa, nell’attesa di un’altra più bella o più ricca. Ma questo è uno scandalo! State ben attenti a non cadere nello spirito del carrierismo! Non è solo con la parola, ma anche e sopratutto con la testimonianza concreta di vita che siamo maestri ed educatori del nostro popolo. L’annuncio della fede chiede di conformare la vita a ciò che si insegna. Rimanere con il gregge implica la stabilità e la presenza.

Non si può conoscere veramente come pastori il proprio gregge, curarlo con l’insegnamento e l’amministrazione dei Sacramenti se non si rimane in diocesi. In questo – ha affermato il Papa – il Concilio di Trento è attualissimo: la legge della residenza. Siate profondamente legati alla vostra Chiesa. Vi chiedo di rimanere in mezzo al vostro popolo.