I santi tra cielo e terra
Giovedì 1 novembre Papa Benedetto XVI, prima della recita dell’«Angelus», ha osservato che la festa di Tutti i Santi ci fa riflettere sul duplice orizzonte dell’umanità, che esprimiamo simbolicamente con le parole «cielo» e «terra»: il cielo rappresenta l’eternità, la pienezza della vita in Dio, la terra il cammino storico. Queste due dimensioni – ha continuato il Pontefice – sono unite dalla realtà della «comunione dei santi»: una realtà che comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo. Nel mondo terreno, la Chiesa è l’inizio di questo mistero di comunione che unisce il genere umano, un mistero totalmente incentrato su Gesù Cristo: è Lui che ha introdotto nell’umanità questa dinamica nuova, un movimento che conduce verso Dio e al tempo stesso verso l’unità, verso la pace nel profondo. Essere cristiani, far parte della Chiesa significa aprirsi a questa comunione, come un seme che si schiude nella terra, morendo, e germoglia verso l’alto, il cielo. I Santi (quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti coloro che solo Dio conosce) hanno vissuto intensamente questa dinamica.
In ciascuno di loro – ha proseguito il Papa – in modo molto personale, si è reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti. Infatti, l’essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell’amore, e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna. In sostanza, significa diventare conformi all’immagine del Figlio di Dio. Ma questo inserimento in Cristo ci porta anche alla comunione con tutti gli altri membri del suo Corpo mistico che è la Chiesa, una comunione che è perfetta in «Cielo», dove non c’è alcun isolamento, concorrenza o separazione. La solennità di Ognissanti – ha detto ancora Benedetto XVI – ci fa pregustare la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d’amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell’altro e l’altro in Dio. Con questa fede piena di speranza noi veneriamo tutti i santi. Nei santi – ha aggiunto il Papa – vediamo la vittoria dell’amore sull’egoismo e sulla morte : vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e dà significato al presente, ad ogni attimo che passa, perché lo riempie di autentica carità. Solo la fede nella vita eterna – ha concluso – ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella libertà del pellegrino, che ama la terra perché ha in cuore il Cielo.