I padri devono sapere correggere e perdonare

Non si potrebbe esprimere meglio l’orgoglio e la commozione di un padre che riconosce di aver trasmesso al figlio quel che conta davvero nella vita, ossia un cuore saggio. Un padre sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. La prima necessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando parlano e quando sono taciturni. Padre presente non è lo stesso di padre controllore!

Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del «figlio prodigo», o meglio del «padre misericordioso» (Lc 15,11-32). Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri devono essere pazienti. Tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare; pregare e attendere con pazienza, dolcezza, magnanimità, misericordia. Un buon padre sa aspettare e sa perdonare, dal profondo del cuore.

Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. Se dunque c’è qualcuno che può spiegare fino in fondo la preghiera del «Padre nostro», insegnata da Gesù, questi è proprio chi vive in prima persona la paternità. Senza la grazia che viene dal Padre che sta nei cieli, i padri perdono coraggio, e abbandonano il campo. Ma i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti. Faranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere, ma ne hanno bisogno; e il non trovarlo apre in loro ferite difficili da rimarginare.

La Chiesa, nostra madre, è impegnata a sostenere con tutte le sue forze la presenza buona e generosa dei padri nelle famiglie, perché essi sono per le nuove generazioni custodi e mediatori insostituibili della fede nella bontà, nella giustizia e nella protezione di Dio, come San Giuseppe.