I compiti della diplomazia

DI ANDREA DRIGANI

Sabato 2 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i superiori e gli alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, che ha la funzione di preparare al servizio diplomatico in una speciale collaborazione col Successore di Pietro. Il servizio a cui siete destinati – ha esordito il Papa – è quello di testimoni qualificati presso le Chiese particolari e le autorità civili alle quali sarete inviati. Ciò comporta in voi – ha proseguito il Pontefice – in primo luogo un’esperienza personale e profonda del Dio incarnato, un’amicizia intima con Gesù, nel cui nome la Chiesa vi manda per un singolare compito apostolico. Quanto più ricercherete il volto di Cristo – ha affermato Benedetto XVI – tanto meglio potrete servire la Chiesa e gli uomini (cristiani e non cristiani) che incontrerete sul vostro cammino nelle Rappresentanze Pontificie sparse in ogni parte della Terra. Chi collabora con il Pastore supremo della Chiesa cattolica – ha detto ancora – è chiamato a fare del suo meglio per essere lui stesso un vero pastore pronto a dare la vita per il gregge. Dovete, perciò, essere sempre pastori accanto agli altri pastori della Chiesa, prima di essere anche promotori e tessitori di fruttuosi rapporti con le istituzioni statali, come vuole la tradizione cattolica. Così – ha continuato Benedetto XVI – si renderà a tutti noto il carattere atipico della diplomazia pontificia , una diplomazia – ha aggiunto – come possono constatare le numerose missioni accreditate presso la Santa Sede che, lungi dal difendere interessi materiali o visioni parziali dell’uomo, promuove valori che scaturiscono dal Vangelo, come espressioni di ciò che ha proclamato Gesù, unico ed universale Salvatore. Più profondamente resterete uniti a Cristo e più fedeli rimarrete ai vostri impegni sacerdotali, – ha osservato il Papa – più e meglio sarete in grado di aiutare gli uomini, più fecondo sarà il vostro dialogo con loro, più raggiungibile sarà la pace che proporrete in casi di tensione o di conflitto, più consolante risulterà il conforto che, in nome di Cristo e della sua Chiesa, offrirete alle persone provate ed indifese.