Gli idoli che confondono la mente e il cuore

Il Salmo 115 così recita: «I loro idoli sono argento e oro / opera delle mani dell’uomo. / Hanno bocca e non parlano, / hanno occhi e non vedono, / hanno orecchi e non odono, / hanno narici e non odorano. / Le loro mani non palpano, / i loro piedi non camminano; / dallo loro gola non escono suoni! / Diventi come loro chi li fabbrica / e chiunque in essi confida!» (vv.4-5). Il salmista ci presenta, in modo anche un po’ ironico, la realtà assolutamente effimera di questi idoli. E dobbiamo capire che non si tratta solo di raffigurazioni fatte di metallo o di altro materiale, ma anche di quelle costruite con la nostra mente, quando ci fidiamo di realtà limitate che trasformiamo in assolute, o quando riduciamo Dio ai nostri schemi e alle nostre idee di divinità; un dio che ci assomiglia, comprensibile, prevedibile, proprio come gli idoli di cui parla il Salmo.

L’uomo, immagine di Dio, si fabbrica un dio a sua propria immagine, ed è anche un immagine mal riuscita: non sente, non agisce, e soprattutto non può parlare. Ma, noi siamo più contenti di andare dagli idoli che andare dal Signore. Siamo tante volte più contenti della labile speranza che ti dà questo falso idolo, che la vera speranza che ci dà il Signore. Alla speranza in un Signore della vita che con la sua Parola ha creato il mondo e conduce le nostre esistenze, si contrappone la fiducia in simulacri muti. Le ideologie con la loro pretesa di assoluto, le ricchezze, il potere e il successo, la vanità, con la loro illusione di eternità e di onnipotenza, valori come la bellezza fisica e la salute, quando diventano idoli a cui sacrificare ogni cosa, sono tutte realtà che confondono la mente e il cuore, e invece di favorire la vita portano alla morte. Il messaggio del Salmo 115 è molto chiaro: se si ripone la speranza negli idoli, si diventa come loro: immagini vuote con mani che non toccano, piedi che non camminano, bocche che non possono parlare. Non si ha più nulla da dire, si diviene incapaci di aiutare, di cambiare, di donarsi, di amare. Come prosegue il Salmo, bisogna confidare e sperare in Dio, e Dio donerà la sua benedizione: «Voi che temete il Signore, confidate nel Signore…/ Il Signore si ricorda di noi, ci benedice».