Giustizia per i Paesi poveri

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 29 maggio Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, per la presentazione delle lettere credenziali, gli ambasciatori di nove Stati: Tanzania, Uganda, Liberia, Ciad, Bangladesh, Bielorussia, Guinea, Sri Lanka e Nigeria. Nel suo discorso il Pontefice ha affermato che nel mondo attuale i responsabili delle Nazioni hanno un ruolo importante, nel solo nel loro Paese, ma anche nelle relazioni internazionali, affinchè ogni persona, laddove risiede, possa beneficiare di condizione di vita decenti.

A tal fine – ha proseguito – la misura principale in materia politica  è la ricerca della giustizia, perché vengano sempre rispettati la dignità ed i diritti di ogni essere umano e tutti gli abitanti di un Paese possano prendere parte alla ricchezza nazionale. In tutti i casi – ha continuato Benedetto XVI – la comunità umana è però anche chiamata ad andare al di la della mera giustizia, manifestando la sua solidarietà verso i popoli più poveri, con la preoccupazione di una migliore condivisione delle risorse, permettendo soprattutto ai Paesi che hanno beni sul loro suolo o nel loro sottosuolo di usufruirne in primo luogo. I Paesi ricchi – ha detto ancora il Papa – non possono appropriarsi, solo per loro, di ciò che proviene da altre terre. È un dovere di giustizia e di solidarietà che la comunità internazionale sia vigile sulla distribuzione delle ricchezze, con un’attenzione per le condizioni propizie allo sviluppo dei Paesi che ne hanno più bisogno. Parimenti – ha aggiunto il Pontefice – è necessario incrementare la fraternità, per edificare società armoniose, in cui regnino la concordia e la pace, e per risolvere gli eventuali problemi che possono sorgere, attraverso il dialogo e la negoziazione, e non mediante la violenza in tutte le sue forme, che non può non colpire i più deboli e i più poveri tra gli uomini.

Da parte loro – ha assicurato Benedetto XVI – le Chiese locali non mancano di compiere tutti gli sforzi possibili per apportare il loro contributo al benessere dei loro concittadini, a volte in situazioni difficili. Il loro desiderio più caro – ha concluso – è di proseguire instancabilmente questo servizio all’uomo, ad ogni uomo, senza discriminazione alcuna.