Gesù ci ama e ci chiede di seguirlo

 Per preparavi a questo anno giubilare – scrive il Papa – avete voluto mettere in risalto tre protagonisti della vostra storia che possono significare tre momenti di risposta all’amore di Dio. Il primo è San Pietro Nolasco (1182 ca.-1249), considerato il fondatore della nuova comunità e il depositario del carisma donato da Dio. In tale vocazione ci sono il cuore e il tesoro dell’Ordine, poiché sia la sua tradizione sia la biografia di ogni religioso si fondano su questo primo amore. Nel ricco patrimonio della famiglia mercedaria, arrichitosi nel corso dei secoli, convergono tutte le grazie spirituali e materiali che avete ricevuto. Questo deposito si fa espressione di una storia di amore che si radica nel passato, ma che s’incarna soprattutto nel presente e si apre al futuro, nei doni che lo Spirito Santo continua a riversare oggi su ognuno di voi. Non si può amare ciò che non si conosce – dice Sant’Agostino – perciò vi incoraggio ad approfondire tali fondamenta, gettate da Cristo e al di fuori delle quali non si può costruire, riscoprendo il primo amore dell’Ordine e della propria vocazione per rinnovarli continuamente.

Il secondo protagonista è la Vergine Santa, Nostra Signora della Mercede. Ella è maestra di consacrazione a Dio e al popolo, nella disponibilità e nel servizio, nell’umiltà e nella semplicità di una vita nascosta, completamente dedita a Dio, nel silenzio e nella preghiera. È un impegno che ci ricorda il sacrificio degli antichi padri redentori, che offrivano se stessi come ostaggi quale pegno della libertà ai prigionieri. Vi chiedo di essere completamente suoi non solo nelle opere apostoliche di avanguardia, ma anche nel lavoro quotidiano di ogni religioso, come pure nei monasteri che, con il silenzio orante e nel sacrificio nascosto, sostengono la vita dell’Ordine e della Chiesa.

Il terzo protagonista è il Cristo Redentore; con Lui compiamo un salto di qualità, poiché passiamo dai discepoli al Maestro. Gesù ci guarda negli occhi e ci ama, chiedendoci di lasciare tutto per seguirlo. L’amore si perfeziona nel fuoco del rischio, nella capacità di mettere sul tavolo tutte le carte e di puntare forte su quella speranza che non delude. Siamo tutti chiamati a vivere la gioia che nasce dall’incontro con Gesù, per vincere il nostro egoismo e osare giungere a ogni periferia che ha bisogno della luce del Vangelo.