Favorire l’incontro con la Parola di Dio
Per poter annunciare la parola di Dio – ha detto il Papa – dobbiamo fare noi stessi l’esperienza della Parola: averla ascoltata, contemplata, quasi toccata con le proprie mani (cfr. 1 Gv 1,1). I cristiani, che sono «il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di Lui» (1 Pt 2,9), devono prima di tutto, come suggerisce la Costituzione dogmatica «Dei Verbum», venerare, leggere, ascoltare, annunciare, predicare, studiare e diffondere la Parola di Dio. La Chiesa, che proclama ogni giorno la Parola, ricevendone nutrimento e ispirazione, si rende beneficiaria e testimone eccellente di quella efficacia e potenza insita nella stessa Parola di Dio. Non siamo noi, né i nostri sforzi, ma è lo Spirito Santo che opera per mezzo di coloro che si dedicano alla pastorale e fa lo stesso pure negli uditori, predisponendo gli uni e gli altri all’ascolto della Parola annunciata e all’accoglienza del messaggio di vita. Papa Francesco ha poi ricordato che, nel 1986, San Giovanni Paolo II aveva invitato la FEBIC a fare un’attenta rilettura della «Dei Verbum», applicandone i principi e mettendone in pratica le raccomandazioni. Pure il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, celebrato nel 2008, ha rappresentato un’altra importante occasione pe riflettere sulla sua applicazione.
Anche oggi – ha proseguito il Papa – vorrei invitarvi a portare avanti questo lavoro, valorizzando sempre il Magistero, mentre comunicate la gioia del Vangelo sino agli estremi confini della terra, in obbedienza al mandato missionario. Ci sono però luoghi in cui la Parola di Dio non è stata ancora proclamata o, seppure proclamata, non è stata accolta come Parola di salvezza. Ci sono luoghi dove la Parola viene svuotata della sua autorevolezza. La mancanza del sostegno e del vigore della Parola conduce ad un indebolimento delle comunità cristiane di antica tradizione e frena la crescita spirituale e il fervore delle Chiese giovani. Dobbiamo far sì che nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti, si abbia realmente a cuore l’incontro personale con Cristo che si comunica noi nella sua Parola, perché, come ci insegna San Girolamo, l’«ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».