Educare i giovani alla giustizia e alla pace
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 1 gennaio Papa Benedetto XVI nell’omelia della Messa celebrata, nella Basilica Vaticana, in occasione della giornata mondiale della pace, ha, tra l’altro, ricordato come la Chiesa, negli ultimi tempi, si è fatta interprete di un’esigenza che coinvolge le coscienze più sensibili e responsabili per le sorti dell’umanità : l’esigenza di rispondere ad una sfida decisiva, che è appunto quella educativa. Di fronte alle ombre che oscurano l’orizzonte del mondo – ha proseguito il Pontefice – assumersi l’onere di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, morali e teologali, significa guardare al futuro con speranza. In questo impegno per un’educazione integrale, entra anche la formazione alla giustizia e alla pace.
I ragazzi e le ragazze – ha continuato Benedetto XVI – crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti. Per loro, oggi più che mai, è indispensabile imparare il valore e il metodo di una convivenza ordinata, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione. I giovani – ha detto ancora il Papa – sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare ed agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre contando sulla forza della verità e del bene.
Si tratta di aiutare i giovani a sviluppare una personalità che unisca un profondo rispetto per la giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la testimonianza del bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione. Così potranno – ha concluso – diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace.