È Dio il protagonista
Nel primo caso, siamo invitati a vantarci dell’abbondanza della grazia di cui siamo pervasi in Gesù Cristo per mezzo della fede. San Paolo vuole farci capire che, se impariamo a leggere ogni cosa con la luce dello Spirito Santo ci accorgiamo che tutto è grazia! Tutto è dono! Se facciamo attenzione, infatti, ad agire – nella storia, come nella nostra vita – non siamo solo noi, ma è anzitutto Dio. È Lui il protagonista assoluto, che crea ogni cosa come dono d’amore, che tesse la trama del suo disegno di salvezza, e che lo porta a compimento per noi, mediante il suo Figlio Gesù. A noi è richiesto di riconoscere tutto questo, di accoglierlo con gratitudine e di farlo diventare motivo di lode, di benedizione e di grande gioia. Se facciamo questo siamo in pace con Dio e facciamo esperienza della libertà. E questa pace si estende poi a tutti gli ambiti e a tutte le relazioni della nostra vita.
San Paolo, però, ci esorta a vantarci anche nelle tribolazioni. Questo è più difficile da capire e può sembrare che non abbia nulla a che fare con la condizione di pace appena descritta. Invece ne costituisce il presupposto più autentico e più vero. Infatti, la pace che ci offre e ci garantisce il Signore non va intesa come l’assenza di preoccupazioni, di delusioni, di mancanze, di motivi di sofferenza. Se fosse così, nel caso in cui riuscissimo a stare in pace, quel momento finirebbe presto e cadremmo inevitabilmente nello sconforto.
La grazia di sperimentare che Dio ci ama e che ci è sempre accanto, genera la pazienza, c’insegna l’Apostolo, perché sappiamo che, anche nelle ore più dure e sconvolgenti, la misericordia e la bontà del Signore sono più grandi di ogni cosa e nulla ci strapperà dalle sue mani e dalla comunione con Lui. Ecco allora perché la speranza cristiana è solida, ecco perché non delude. Non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento, cioè il fondamento della speranza cristiana, è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi. Adesso comprendiamo perché l’Apostolo Paolo ci esorta a vantarci sempre di tutto questo. Io mi vanto dell’amore di Dio, perché mi ama.