Domenica, il giorno del (vero) riposo)
La società odierna è assetata di divertimenti e vacanze. L’industria della distrazione è assai fiorente e la pubblicità disegna il mondo ideale come un grande parco giochi dove tutti si divertono. Il concetto di vita oggi dominante non ha il baricentro nell’attività e nell’impegno, ma nell’evasione. L’uomo non si è mai riposato tanto come oggi, eppure l’uomo non ha mai sperimentato tanto vuoto come oggi!
Le parole del Decalogo cercano e trovano il cuore del problema, gettando una luce diversa su cosa sia il riposo. Il riposo nel nome del Signore ha un preciso motivo: «Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha consacrato» (Es 20,11). Questo rimanda alla fine della creazione, quando si dice: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona» (Gen 1,31). E allora inizia il giorno del riposo, che è la gioia di Dio per quanto ha creato. E’ il giorno della contemplazione e della benedizione. Per noi cristiani, il centro del giorno del Signore, la domenica, è l’Eucaristia che significa «”rendimento di grazie». E’ il giorno per dire a Dio: grazie Signore della vita, della tua misericordia, di tutti i tuoi doni.
La domenica non è il giorno per cancellare gli altri giorni, ma per ricordarli, benedirli e fare pace con la vita. La pace si sceglie, non si può imporre e non si trova per caso. Allontanandosi dalle pieghe amare del suo cuore, l’uomo ha bisogno di fare pace con ciò da cui fugge.
E’ necessario riconciliarsi con la propria storia, con i fatti che non si accettano, con le parti difficili della nostra esistenza. Quando diventa bella la vita? Quando si inizia a pensare bene di essa, qualunque sia la nostra storia.
Quando si fa strada il dono di un dubbio: quello che tutto sia grazia (come ricorda Santa Teresa di Lisieux, ripresa da G. Bernanos nel «Diario di un curato di campagna») e quel santo pensiero sgretola il muro dell’insoddisfazione inaugurando il riposo autentico. La vita diventa bella quando si apre alla Provvidenza e si scopre vero quello che dice il Salmo: «Solo in Dio riposa l’anima mia» (Sal 62,2).