Dio ci ascolta anche quando ci sembra assente

DI ANDREA DRIGANI

Mercoledì 8 febbraio Papa Benedetto XVI, all’udienza generale, ha osservato che Gesù, ripetendo dalla croce le parole «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato», prega nella consapevolezza della presenza di Dio Padre anche in quell’ora in cui sente il dramma umano della morte. Ma in noi – ha continuato il Pontefice – emerge una domanda : com’è possibile che un Dio così potente non intervenga per sottrarre suo Figlio a questa prova terribile ? È importante comprendere – ha rilevato il Papa – che la preghiera di Gesù non è un grido di chi va incontro con disperazione alla morte, e neppure è il grido di chi sa di essere abbandonato. Gesù in quel momento fa suo l’intero Salmo 22, il Salmo del popolo d’Israele che soffre, e in questo modo prende su di Sé non solo la pena del suo popolo, ma anche quella di tutti gli uomini che soffrono per l’oppressione del male e, allo stesso tempo, porta tutto questo al cuore di Dio stesso nella certezza che il suo grido sarà esaudito nella Resurrezione.

In questa preghiera di Gesù – ha proseguito Benedetto XVI – sono racchiusi l’estrema fiducia e l’abbandono nelle mani di Dio, anche quando Dio sembra assente, anche quando sembra rimanere in silenzio, seguendo un disegno per noi incomprensibile. Il soffrire di Gesù è un soffrire in comunione con noi e per noi, che deriva dall’amore e già porta in sé la redenzione. Nella preghiera – ha aggiunto il Papa – portiamo a Dio le nostre croci quotidiane, nella certezza che Lui è presente e ci ascolta. Il grido di Gesù ci ricorda come nella preghiera dobbiamo superare le barriere del nostro «io» e dei nostri problemi e aprirci alle necessità e alle sofferenze degli altri. La preghiera di Gesù morente sulla Croce ci insegni a pregare per tanti fratelli e sorelle che sentono il peso della vita, che sono nel dolore, che non hanno una parola di conforto. Portiamo tutto questo al Signore, perché anch’essi possano sentire la carità di Dio che non ci abbandona mai.