Dalla compassione alla comunione

Gesù ha compassione della gente, che teme di essere lasciata sola, come abbandonata. La sua compassione – ha osservato il Papa – non è un vago sentimento, mostra invece tutta la forza della sua volontà di stare vicino a noi. Sul far della sera, Gesù si preoccupa di dar da mangiare a tutte quelle persone, stanche e affamate e si prende cura di quanti lo seguono. Gesù fa un miracolo, ma è il miracolo della fede, della preghiera, suscitato dalla compassione e dall’amore. Il Signore va incontro alle necessità degli uomini, ma vuole rendere ognuno di noi concretamente partecipe dalla sua compassione. Egli «prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzo i pani e li diede».

Sono gli stessi segni che Gesù ha compiuto nell’Ultima Cena; e sono anche gli stessi che ogni sacerdote compie quando celebra la Santa Eucaristia. La comunità cristiana nasce e rinasce continuamente da questa comunione eucaristica. Vivere la comunione con Cristo è perciò tutt’altro che rimanere passivi ed estraniarsi dalla vita quotidiana, al contrario, sempre più ci inserisce nella relazione con gli uomini e le donne del nostro tempo, per offrire loro il segno concreto della misericordia e dell’attenzione di Cristo. Mentre ci nutre di Cristo, l’Eucaristia che celebriamo trasforma poco a poco anche noi in corpo di Cristo e cibo spirituale per i fratelli. Gesù vuol raggiungere tutti, per portare a tutti l’amore di Dio. Per questo rende ogni credente servitore della misericordia. Gesù ha visto la folla, ha sentito compassione per essa e ha moltiplicato i pani; così fa lo stesso con l’Eucaristia. E noi credenti che riceviamo questo pane eucaristico siamo spinti da Gesù a portare questo servizio agli altri, con la stessa sua compassione.

Il racconto del miracolo si conclude con la constatazione che tutti si sono saziati e con la raccolta dei pezzi avanzati. Gesù riempie il nostro cuore e la nostra esistenza della sua carità. Gesù, dunque, ha permesso ai suoi discepoli di eseguire il suo ordine. In questo modo essi conoscono la strada da percorrere: sfamare il popolo e tenerlo unito; essere cioè al servizio della vita e della comunione. Invochiamo, dunque, il Signore perché renda sempre la sua Chiesa capace di questo santo servizio