Da San Paolo impariamo la fede
DI ANDREA DRIGANI
Nell’udienza generale di mercoledì 2 luglio, Papa Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sul grande apostolo San Paolo, in quest’anno a lui dedicato. L’apostolo Paolo – ha detto il Pontefice – figura eccelsa e pressoché inimitabile, ma comunque stimolante, sta davanti a noi come esempio di totale dedizione al Signore e alla sua Chiesa, oltre che di grande apertura all’umanità ed alle sue culture.
È giusto dunque – ha aggiunto il Papa – che gli riserviamo un posto particolare, non solo nella nostra venerazione, ma anche nello sforzo di comprendere ciò che ha da dirci anche a noi cristiani di oggi. Benedetto XVI ha ricordato che qualcuno ha definito Paolo «uomo di tre culture», tenendo conto della sua matrice giudaica, della sua lingua greca e dalla sua prerogativa di «civis romanus» , come attesta anche il nome di origine latina. Tutto ciò – ha aggiunto – ha contribuito alla visione universalistica tipica della personalità di san Paolo, almeno del Paolo cristiano successivo all’evento di Damasco, ma tale visione deve certamente il suo maggiore impulso alla fede in Gesù Cristo, in quanto la figura dei Risorto si pone ormai al di la di ogni ristrettezza particolaristica : «Non c’è più Giudeo né Greco, non c’è più schiavo né libero, non c’è più maschio né femmina, ma tutti siete uno solo in Cristo Gesù» (Gal 3,28). Tuttavia – ha proseguito il Pontefice – anche il contesto intellettuale del suo tempo non può non aver avuto un qualche peso sulle sue scelte e sul suo impegno.
Va rammentata in specie – ha detto ancora Benedetto XVI – la filosofia stoica, che era dominante ai tempi di Paolo e che influì, se pur in misura marginale, anche sul cristianesimo. Nei pensatori di questa scuola (Zenone, Cleante, Seneca, Musonio, Epitteto) si trovano valori altissimi di umanità e di saggezza, che saranno naturalmente recepiti dalla cultura cristiana. Quando Paolo scrive «Tutto quello che è vero, nobile giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto sia oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8), non fa che riprendere una concezione prettamente umanistica propria di quella sapienza filosofica. Paolo mostra, dunque, condivisione ed originalità nei confronti dell’ambiente in cui vive. Lo scopo dell’anno Paolino – ha concluso il Papa – è imparare da san Paolo, imparare la fede, imparare il Cristo, imparare la strada della retta via.