Chiese cattoliche d’Oriente: l’esortazione a perseverare nella fede

DI ANDREA DRIGANI

Venerdì 25 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto i membri della Riunione delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco). Il Pontefice ha esordito con l’augurio di una pace stabile e di una salda convivenza per la Terra Santa, l’Iraq ed il Medio Oriente. Tutto ciò deve nascere dal rispetto dei diritti della persona, della famiglia, delle comunità e dei popoli, e dal superamento di ogni discriminazione religiosa, culturale e sociale. Incoraggio – ha continuato il Papa – i fratelli e le sorelle che, in Oriente, condividono il dono inestimabile del Battesimo a perseverare nella fede e, nonostante i numerosi sacrifici, a restare laddove sono nati. Allo stesso tempo esorto i migranti orientali a non dimenticare le proprie origini. La loro fedeltà e la loro coerenza dipendono da ciò.

Desidero – ha aggiunto Benedetto XVI – rendere un omaggio particolare ai cristiani che subiscono la violenza a causa del Vangelo e li affido al Signore. Conto sempre – ha affermato il Pontefice – sui responsabili delle Nazioni affinché garantiscano in modo reale, senza distinzioni e ovunque, la professione pubblica e comunitaria delle convinzioni religiose di ognuno. Sono lieto – ha detto ancora il Papa – che le Chiese cattoliche orientali hanno collaborato con zelo, anche con l’ausilio della Roaco, alla concretizzazione degli obiettivi dell’anno sacerdotale.

Nel mondo antico – ha ricordato Benedetto XVI – l’Oriente era sede di grandi scuole di spiritualità presbiterale, la Chiesa di Antiochia, per portare un esempio, ha prodotto santi eccezionali: sacerdoti estremamente colti, che non hanno messo in prima linea se stessi, ma Cristo e gli apostoli. Si sono dedicati interamente all’annuncio della Parola e alla celebrazione dei divini misteri. Colla vostra azione contribuite a fare si che i sacerdoti delle Chiese orientali, nel nostro tempo, possano essere eco di questa eredità spirituale. Quando i sacerdoti nel loro servizio, sono guidati da motivi veramente teologali, allora – ha concluso – anche i laici sono rafforzati nel loro impegno a occuparsi delle cose temporali secondo la propria vocazione cristiana.