Annunciare il Vangelo e far crescere la Chiesa
DI ANDREA DRIGANI
Lunedì 9 luglio Papa Benedetto XVI si è recato a Nemi, presso il Centro dei missionari Verbiti (Società del Verbo Divino), anche per ricordare il periodo in cui egli, dal 29 marzo al 3 aprile 1965, partecipò, proprio in quel luogo, ad un incontro tra i periti del Vaticano II per contribuire alla stesura del Decreto «Ad Gentes» sull’azione missionaria della Chiesa. Per me – ha affermato il Pontefice – è forse il più bel ricordo di tutto il Concilio. E stato un grande arricchimento spirituale, un grande dono, anche perché oltre alla bellezza della natura, c’era la compagnia di tanti eminenti teologi, come il padre Congar.
Sullo schema del Decreto – ha aggiunto il Papa – non vi erano grandi controversie. C’era solo questa controversia, che non sembrava molto grave, tra la scuola di Lovanio e quella di Münster: scopo principale della missione è l’implantatio Ecclesiae o l’annunzio del Vangelo? Ma tutto convergeva in un unico dinamismo, quello della necessità di portare la luce della Parola di Dio nel mondo e di dare una nuova gioia per quest’opera. È così – ha proseguito – è nato in quei giorni un bel decreto, quasi accettato unanimemente dai Padri Conciliari, che si può ritenere un completamento della Costituzione «Lumen Gentium», perché vi troviamo un’ecclesiologia trinitaria, che parte soprattutto dall’idea classica del bonum diffusivum sui, cioè il bene che ha in sé la necessità di comunicarsi, di darsi: non può stare in se stesso, la bontà essenzialmente è communicatio. E questo già appare nel mistero trinitario, all’interno di Dio, e si diffonde nella storia della salvezza e nel nostro bisogno di dare ad altri il bene che abbiamo ricevuto. Così – ha detto ancora Benedetto XVI – con questi ricordi ho spesso pensato a quei giorni di Nemi che sono in me parte essenziale dell’esperienza del Concilio.
Sono felice – ha aggiunto il Papa rivolgendosi ai partecipanti al Capitolo Generale – che la Società del Verbo Divino, con seimila membri, fiorisce in tanti Paesi e Nazioni. Chiaramente l’azione missionaria vive, e vive solo se c’è la gioia del Vangelo, se rimaniamo nell’esperienza del bene che viene da Dio e che deve e vuole trasmettersi. Auguro – ha concluso – sui vostri lavori ogni benedizione del Signore e molta ispirazione; che la stessa forza dello Spirito Santo che ci ha accompagnato in quei giorni, quasi visibilmente, sia di nuovo presente tra di voi e vi aiuti a trovare per la vostra Società un rinnovato impegno per la missione del Vangelo ad gentes.