Anno Santo compostelano: «Il Signore accompagni i pellegrini»

di Andrea Drigani

Venerdì 1 gennaio è stata resa nota la lettera che Papa Benedetto XVI ha inviato a monsignor Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, per l’Anno santo Compostelano 2010. Questo Anno è il 119° di una storia iniziata nel 1120 con Papa Callisto II, che concesse all’arcidiocesi spagnola il privilegio di poter convocare un anno santo ogniqualvolta la festa di san Giacomo, il 25 luglio, fosse caduta di domenica. Santiago de Compostela – scrive il Pontefice – si distingue da tempi lontani per essere meta eminente di pellegrini, i cui passi hanno segnato un Cammino che porta il nome dell’Apostolo, al cui sepolcro si recano persone provenienti dalle più diverse regione d’Europa per rinnovare e rafforzare la loro fede. Un Cammino – ha proseguito Benedetto XVI – disseminato di tante dimostrazioni di fervore, di penitenza, ospitalità, arte e cultura, che ci parla eloquentemente delle radici spirituali del Vecchio Continente.

Il motto di questo Anno Giubilare Campostelano «Pellegrinando verso la luce» – osserva il Papa – continua fedelmente questa tradizione e la ripropone come una chiamata evangelizzatrice agli uomini ed alle donne di oggi, ricordando il carattere essenzialmente peregrinante della Chiesa e dell’essere cristiani in questo mondo. Nel cammino – aggiunge il Pontefice – si contemplano nuovi orizzonti che fanno riflettere sulla ristrettezza della propria esistenza e sull’immensità che la persona ha dentro e fuori di sé, preparandola ad andare in cerca di ciò a cui realmente il suo cuore anela. Aperto alla sorpresa ed alla trascendenza, il pellegrino si lascia istruire dalla Parola dei Dio, e in tal modo purifica la propria fede da adesioni e timori infondati.

Chiedo al Signore – conclude il Papa – di accompagnare i pellegrini, di farsi conoscere e di entrare nei loro cuori «affinchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10.10).  Questa è la vera meta, la grazia, che il mero percorso materiale del Cammino non può far raggiungere da solo, e che porta il pellegrino a divenire un testimone dinanzi agli altri del fatto che Cristo vive ed è la nostra speranza eterna di salvezza.