Ai vescovi di Bosnia: «Siate padri di tutti»

La società in cui vivete – ha detto il Papa – ha una dimensione multiculturale e multietnica. E a voi è consegnato il compito di essere padri di tutti, pur nelle ristrettezze materiali e nella crisi in cui vi trovate ad agire. Ogni comunità cristiana sa di essere chiamata ad aprirsi, a riflettere nel mondo la luce del Vangelo; non può rimanere chiusa soltanto nell’ambito delle proprie pur nobili tradizioni. Essa esce dal proprio «recinto», salda nella fede, sostenuta nella preghiera e incoraggiata dai Pastori, per vivere e annunciare la vita nuova di cui è depositaria, quella di Cristo, Salvatore del genere umano. In tale prospettiva incoraggio le iniziative che possono allargare la presenza della Chiesa al di là del perimetro liturgico, assumendo ogni altra azione che possa incidere nella società apportandovi il fresco spirito del Vangelo. Il vostro ministero assume diverse dimensioni: pastorale, ecumenica, interreligiosa. Grazie alle vostre relazioni, ho potuto rendermi meglio conto dell’intenso lavoro che portate avanti in questi ambiti, lavoro che sempre esprime la vostra paternità nei confronti del popolo a voi affidato. Vi incoraggio ricordandovi che, pur nel rispetto di tutti, ciò non vi esime dal dare aperta e franca testimonianza dell’appartenenza a Cristo.

Un ulteriore aspetto da voi presentato e che intendo evocare, elogiando la vostra sensibilità pastorale, è quello della relazione tra il vostro clero e quello religioso. Conosco per esperienza diretta la complessità di questi rapporti, come pure le difficoltà di armonizzazione dei rispettivi carismi. Ma il fatto più importante è che in entrambe le dimensioni dell’unico sacerdozio si è sempre perseguita l’unica missione: servire il Regno di Cristo. E ciò va a lode e onore di queste forze apostoliche, le quali dedicano le loro energie a tale servizio.

Ricordo ciò che San Giovanni Paolo II, con ispirate parole, disse a Sarajevo nel corso della sua visita dell’aprile 1997; mi sembra che siano profetiche anche oggi: «Il Vescovo è padre: sa che ogni dono perfetto viene da Dio». In attesa di incontrare a Sarajevo la vostra gente, desidero dirvi la carità, l’attenzione e la vicinanza della Chiesa di Roma nei vostri confronti, eredi di tanti martiri e confessori, che lungo la travagliata e secolare storia del vostro Paese hanno conservato viva la fede.