Ai vescovi dell’Uganda: «Una pace duratura, basata sulla giustizia»

DI ANDREA DRIGANI

Venerdì 5 marzo Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la visita ad limina,  i vescovi dell’Uganda. Il Pontefice ha ricordato che il recente Sinodo per l’Africa è stato memorabile per la sua esortazione a compiere rinnovati sforzi al servizio di un grande annuncio del Vangelo nell’intero continente. Alla luce del messaggio cristiano – ha continuato il Papa – siate consapevoli di incoraggiare i cattolici dell’Uganda ad apprezzare pienamente il sacramento del matrimonio nella sua unità e indissolubilità e il diritto sacro alla vita. Vi raccomando – ha proseguito Benedetto XVI – di aiutare i sacerdoti e i laici a resistere alla seduzione della cultura materialistica dell’individualismo che ha messo radici in così tanti Paesi. Continuate ad esortare a una pace duratura, basata sulla giustizia e sulla generosità verso i bisognosi in uno spirito di dialogo e di riconciliazione. Promuovendo un ecumenismo autentico  – ha aggiunto il Pontefice – siate vicini in particolare a quanti sono più vulnerabili alla diffusione delle sette. Spingeteli a rifiutare sentimenti superficiali e una predicazione che renderebbe vana la croce di Cristo.

A questo proposito – ha detto ancora il Papa – sono lieto di apprendere che la vostra gente trova conforto spirituale in forme popolari di evangelizzazione come i pellegrinaggi organizzati al Santuario dei Martiri ugandesi a Namugongo, dove l’attiva presenza pastorale di vescovi e sacerdoti guida la pietà dei pellegrini verso un rinnovamento personale e comunitario. Continuate a sostenere tutti coloro che, con cuore generoso, si prendono cura dei profughi e degli orfani delle zone lacerate dalla guerra. Incoraggiate quanti assistono le persone afflitte dalla povertà, dall’Aids e da altre malattie, insegnando loro a vedere in chi servono il volto sofferente di Gesù.

In spirito di autentica carità – ha affermato il Pontefice – le Diocesi che hanno maggiori risorse, sia materialmente che spiritualmente, dovrebbero assistere quanti hanno di meno. E’ importante – ha concluso – che i fedeli ugandesi sviluppino un senso di responsabilità versò se stessi e le loro Chiese, e approfondiscano ulteriormente uno spirito cattolico di sensibilità verso i bisogni della Chiesa universale.