Ai frati conventuali: «Predicate la pace»
Il Vangelo deve essere il vostro vademecum. Ascoltatelo sempre con attenzione; pregate con esso, meditatelo assiduamente, così che, assimilandolo, conformiate la vostra vita alla vita di Cristo. Questa via di sequela si caratterizza, innanzitutto, per la fraternità che Francesco sentiva come un dono: «Il Signore mi diede dei fratelli». La fraternità è un dono da accogliere con gratitudine. È una realtà sempre in cammino, in costruzione, e che pertanto chiede il contributo di tutti, senza che alcuno si escluda o sia escluso.
Vi esorto ad alimentare la vostra fraternità con lo spirito della santa orazione e devozione. In tal modo, la vostra vita fraterna in comunità diventa una forma di profezia nella Chiesa e nel mondo; e diventa una scuola di comunione, da esercitare sempre, sull’esempio di Francesco, in relazione di amore e di obbedienza con i Pastori.
Un’altra caratteristica della vostra forma di vita è la minorità. Questa è una scelta difficile perché si oppone alla logica del mondo, il quale cerca il successo ad ogni costo, desidera occupare i primi posti, l’essere considerati come signori. Francesco vi chiede di essere minori, sull’esempio di Gesù che non è venuto per essere servito, ma per servire. Sia questa la vostra unica ambizione: farsi servi, servirvi gli uni gli altri. Vissuta così la vostra esistenza sarà un grande segno in questo mondo dove l’ambizione del potere è una forte tentazione. Predicate la pace.
Il saluto francescano che vi contraddistingue è «Pace e bene», in ebraico «Shalom we tob», che ben possiamo tradurre con riconciliazione; riconciliazione con sé stessi, con Dio, con gli altri e con le creature, cioè vivere in armonia: pace che ti porta l’armonia. È una riconciliazione a cerchi concentrici, che parte dal cuore e si estende all’universo, ma in realtà parte dal cuore di Cristo. La riconciliazione è preludio della pace che ci ha lasciato Gesù (Gv 14,27). Una pace che non è assenza di problemi, ma che viene con la presenza di Dio in noi stessi e si manifesta in tutto ciò che siamo, facciamo e diciamo. Possiate essere messaggeri di pace, prima di tutto con la vita e poi con le parole. Possiate essere in ogni momento, strumenti di perdono e di misericordia.