Vigilate e tenetevi pronti

Oggi la Liturgia della Parola ci invita a riflettere su come ci dobbiamo comportare perché quando il Signore «verrà», ci trovi pronti. L’attesa del ritorno del Signore era forte nella prima comunità cristiana, tanto che tutta quello che si faceva, era in vista di «quel ritorno», che tutti immaginavano imminente. Poiché questo ritorno tardava, alcuni, avendo perso entusiasmo, avevano cessato di impegnarsi abbandonandosi all’inefficienza rimandando tutto a un «poi» che, però, non veniva mai. Per questa ragione l’evangelista Luca riporta l’ammonimento severo di Gesù «state attenti e state pronti perché nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Se notiamo con attenzione, la nuova traduzione del testo non dice come nella precedente, che il Signore «verrà» nell’ora che non vi aspettate, ma che «viene» nell’ora che non vi aspettate. Usando il verbo al presente, l’evangelista vuole dirci che il Signore non verrà solo al termine della nostra esistenza terrena, ma che viene ogni giorno, e ogni giorno, è giorno della sua venuta. Pertanto occorre essere pronti ogni giorno come vorremmo esserlo nel giorno dell’ultima visita che ci farà in questo mondo.

Il Signore è sempre con noi, ogni giorno, ogni momento. Ce ne rendiamo conto? E che fa il Signore accanto a noi? Ci giudica, ci condanna, ci intimorisce con la paura della morte? No! Ci assicura che Lui ci ama, che è lì per darci la sua forza, ci sta accanto perché non ci sentiamo soli soprattutto nei momenti più tristi della nostra vita, e tra questi c’è certo quello della morte. Ebbene, anche in quel momento Gesù Risorto è accanto a noi per dirci: coraggio, non avere paura, anch’io sono passato attraverso questa porta stretta e dolorosa, ma non vi sono rimasto impigliato e tu, attraversandola con me, avrai la mia stessa sorte!

Ricordiamo: «allora» saremo con il Signore, se lo siamo già «oggi»! L’appartenenza al Signore, la fedeltà a Lui deve essere continua, se non lo è, non dimentichiamoci mai della sua misericordia che possiamo accogliere, altro suo grande dono, attraverso il sacramento della Confessione, ogni volta che lo desideriamo.