«Vide e credette»
2. La resurrezione di Gesù è un evento il cui ‘contenuto’ è: «Non è qui» (Mc 16,6). Alla tomba vuota si incontrano un desiderio e un nuovo orientamento. Il ‘desiderio’ è quello delle donne di accertare, di ungere, di vedere e di toccare il corpo morto del Signore; un prolungamento di affetto, un inseguire l’ombra dell’amato anche nello Sheol là ove sono «compagne le tenebre» e lontani «amici e conoscenti» (Sal 88,19). Una ricerca senza sbocchi al pari di quella legata a una memoria nostalgica e delusa che appesantisce il cuore e rende triste il volto (Lc 24,12.25). Il nuovo ‘orientamento’ irrompe dall’alto, un giovane – un angelo – due angeli – Mosè e Elia, i due uomini – e spezza un desiderio senza via d’uscita indirizzandolo verso orizzonti che superano ogni brama e immaginazione: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato» (Lc 24,5-6),è oltre, cioè alla destra del Padre preso per mano dalla destra del Padre (At 2,33)ed «è sotto altro aspetto» (Mc 16,12). Non più nella forma del corpo terreno e non più nella condizione di un morto, in questi modi non lo si vedrà mai più. Il desiderio umanissimo di ri-vederlo e di ri-conoscerlo è destinato alla pura frustrazione se non viene orientato diversamente dall’Alto: non cercatelo come prima – non cercatelo tra i morti, egli è presso il Padre in un corpo spirituale, in forma trans – figurata. Alla verità della resurrezione si accede pertanto per ‘rivelazionÈ lasciando che il desiderio del cuore venga trafitto e convertito dalla parola dei testimoni dell’evento (At 2,37-38).
3. La resurrezione di Gesù è un evento che non separa il Vivente dai suoi e dal mondo. « L’ assunto fino al cielo, che un giorno ritornerà» (At 1,11), nel frattempo della storia continua a venire come Parola viva e vivificante in una pagina, come Volto trasfigurato e trasfigurante in un’icona e come Corpo vivo e vivificante in un pane.
Infine la verità della resurrezione non si nega alla accertabilità della verifica storica, ma nella lucida consapevolezza che non è da essa che nascono la fede nella resurrezione e l’annuncio della resurrezione. Le apparizioni, la tomba vuota e l’affidabilità dei testimoni oculari domandano di essere vagliati il più obiettivamente possibile, ma solo l’illuminazione e la persuasione dello Spirito conducono a «il Signore è risorto, è veramente risorto», a una risposta credente a un annuncio: «Beati quelli che pur non avendo visto tombe vuote e non aver avuto apparizioni crederanno» (Gv 20,29) alla parola. Quella che stiamo leggendo – ascoltando. Tramite essa, la nostra tomba vuota, noi, al pari di Giovanni entriamo nell’evento, vediamo e crediamo (Gv 20,8).