Un solo Spirito, molteplici doni
Uno solo è lo Spirito, ma venendo a noi porta con sé ricchezza di doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e santo timore. Secondo il profeta Isaia (11,2), queste sono le sette virtù dello Spirito effuse sul Messia per il compimento della sua missione. Anche San Paolo descrive l’abbondante frutto dello Spirito che è «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè» (Gal 5,22). L’unico Spirito distribuisce i molteplici doni che arricchiscono l’intera Chiesa: è l’Autore della diversità, ma nello stesso tempo il Creatore dell’unità. Per tradizione attestata dagli Apostoli, lo Spirito che completa la grazia del Battesimo, viene comunicato con l’imposizione delle mani. A questo gesto biblico, per meglio esprimere l’effusione dello Spirito che pervade quanti lo ricevono, si è ben presto aggiunta una unzione di olio profumato chiamato crisma, rimasta in uso fino ad oggi, sia in Oriente che in Occidente. L’olio – crisma – è sostanza terapeutica e cosmetica, che entrando nei tessuti del corpo medica le ferite e profuma le membra; per queste qualità è stato assunto dalla simbolica biblica e liturgica per esprimere l’azione dello Spirito Santo che consacra e permea il battezzato, abbellendolo di carismi.
Il Sacramento viene conferito mediante l’unzione del crisma, compiuta dal Vescovo, e mediante le parole : «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Lo Spirito Santo è il dono invisibile elargito e il crisma ne è il sigillo visibile. Ricevendo in fronte il segno della croce con l’olio profumato, il confermato riceve dunque un’impronta spirituale indelebile, il «carattere», che lo configura più perfettamente a Cristo e gli dà la grazia di spandere tra gli uomini il “buon profumo” (2 Cor 2,15).
Riascoltiamo l’invito di Sant’Ambrogio ai neo confermati. Dice così: «Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale…conserva ciò che hai ricevuto. Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito». E’ un dono immeritato lo Spirito, da accogliere con gratitudine, facendo spazio alla sua inesauribile creatività.