Tempo di deserto illuminato dallo Spirito
Prima domenica di quaresima, tempo di conversione, tempo di riflessione che la Chiesa ci offre, esattamente 40 giorni a nostra disposizione per prepararci ed essere pronti a celebrare la Resurrezione di Cristo. La Quaresima è il tempo del deserto, un tempo a volte speso male anche da noi cristiani che lo rendiamo triste, cupo, invece è sì un tempo di deserto, ma di un deserto illuminato dallo Spirito. Di un deserto fecondo, non sterile, perché lo Spirito dà la vita (cf. Gv 6,63). Tempo di grazia, di rinascita, di vita nuova, di vita vera.
Ma per rinascere bisogna prima di accettare di morire. Ecco il motivo del deserto, ecco a cosa serve: a stare di fronte a noi stessi, per leggere la nostra povertà e avere la capacità di non piangerci addosso ma, con la forza dello Spirito, offrire ciò che siamo e attingere forza da Lui. San Polo nella 2° lettura ci viene incontro e ci dice: il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. Per il cristiano, la Quaresima è il tempo per realizzare un vero cambiamento, un rinnovamento, mettere ordine nel nostro caos e stabilire relazioni autentiche, gustando la Parola e meditare sulla vita che ci viene regalata. Ma tutto questo non avviene perché è il calendario liturgico che lo ricorda né tanto meno per un semplice atto volontaristico, ma nasce dal volersi lasciar cambiare da Lui, nasce dalla voglia di cambiar rotta e camminare sulla via della vita. Il disegno di Dio per noi ha sapore di bellezza e di eternità. Nella 1° lettura è ricordato che dalla terra Dio plasma l’uomo e in esso immette il suo respiro, circondandolo di bellezza, donandogli libertà e autonomia. Ma la legge da sola non ristabilisce l’uomo, anzi lo imbruttisce e inasprisce.
Per questo oggi san Paolo ci vuole mostrare la sovrabbondanza di Grazia donataci da Dio. Il parallelo tra Adamo e Cristo porta a coglierne un significato profondo: l’obbedienza del Figlio prediletto e il compimento dell’opera del Padre fino alla morte di Croce. Pochi versetti prima del cap. 4, Gesù viene proclamato dal Padre come suo compiacimento e subito dopo il battesimo viene condotto nel deserto, ma condotto dallo Spirito. Viene condotto per essere tentato dal diavolo. Diábolos vuol dire colui che divide, colui che distoglie che separa da Dio. Gesù rimane 40 giorni e notti quasi a voler sottolineare la continuità l’esperienza di Mosè sul Sinai (Es 24,18). Se sei il figlio di Dio: la tentazione sta nel se, cioè mettere in dubbio la sua figliolanza divina. Ma la grandezza dell’amore sta in questo: esser fermi, anche se costa, anche se si ha fame. La 1° tentazione, infatti, è quella del pane del nutrimento per non morire nel deserto. Sta scritto! Tra Gesù e il tentatore vi è quella che si chiama disputa ermeneutica, tutto si gioca sul: sta scritto. La 2° tentazione è quella del pinnacolo del tempio. Pinnacolo significa ala, probabilmente c’è un collegamento con l’ala protettrice di Dio, come si legge nel Salmo 91. Gesù risponde: non tenterai il Signore Dio tuo. La 3° tentazione è quella del monte altissimo. Qui il diavolo vuole distogliere Gesù dal Padre facendogli rinunciare la figliolanza. Ma il Figlio di Dio non accetta e dice: Vattene via satana! Satana è messo fuori gioco dall’obbedienza di Gesù. Dopo le 3 tentazioni il diavolo lo lascia ed ecco gli angeli si avvicinarono e lo servirono, gli diedero da mangiare, prepararono la mensa.
In questa prima domenica di quaresima è particolarmente significativo questo testo. Questa lettura inquadrata nello sfondo del libro del Deuteronomio (cap. 6-8) ci aiuterà ad andare al di là del solo digiuno e delle tentazioni strettamente dette, è un testo cristologico; il punto focale resta l’identità di Gesù. Le sue prove e il superamento di queste ci consentiranno di capire meglio la natura della figliolanza divina tra Dio Padre e Gesù e tra Gesù e noi. In questo percorso il Signore ci promette il suo aiuto, non ci lascia soli nelle prove e non saremo provati al di sopra delle nostre forza. Cristo ha subito per noi la tentazione e l’ha vinta, noi aggrappiamoci a Lui e vinceremo.
Suor Tiziana Chiara