Si segue chi si ama

Il brano evangelico di oggi inaugura l’attività di rabbi e profeta di Gesù soprattutto «dopo aver saputo che Giovanni il Battezzatore era stato arrestato». Questo brano si apre quasi come una consegna di Giovanni destinato a nascondersi difronte a colui per il quale ha predicato e che ha aperto la strada. Dopo questa notizia dell’arresto Gesù ritorna in Galilea, o meglio si ritirò nella regione da cui proveniva per meditare sull’accaduto, comprendendo che era giunto il momento di esporsi, di rendersi visibile perché si adempisse ciò che era stato detto nel primo testamento attraverso le parole del Profeta Isaia. Matteo legge con grande intelligenza spirituale questa scelta fatta da Gesù, recarsi a Cafarnao nella terra di Zàbulon e terra di Nèftali

In questa liturgia ci aiuta  la 1° lettura, qui Isaia mette in rilievo la grandezza del Messia: Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce, su quanti dimoravano nell’ombra della morte una luce si è levata. Si, perché la luce  e la salvezza si sperimentano con la presenza operante del Signore. Gesù si mostra come «la luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Gesù non perde tempo comincia subito a proclamare che il regno di Dio è venuto, lo stesso regno annunciato da Giovanni. Convertitevi! Vi è il richiamo a ritornare a Dio, ad aprire gli occhi e a riprendere il cammino. Si legge nel libro di Isaia (21,11): Sentinella quanto resta della notte? Resta il tempo del volerci svegliare dal sonno (Rm 13,11) perché il Signore aspetta solo che noi ritorniamo a Lui.

Vivere qui il suo regno e non nel passato o aspettando il futuro; quello che cerchiamo è già qui e non altrove. Convertirsi quindi non sta nel cambiare strada ma nel cambiare occhi, sguardo e profondità. Il solo desiderio del Signore è che noi comprendiamo che il Regno di Dio è presente in Lui, siamo chiamati ad accoglier l’azione che Dio compie nel Figlio. Ed è questo quanto è accaduto ai primi discepoli che decidono di mettersi alla sequela.

Questa conversione permette all’uomo, a ciascuno di noi, di rimettersi a camminare nuovamente a partire da Cristo. Ora, camminando sulla riva del mare di Galilea vide due fratelli. Gesù cammina e insegna con la sua vita e i discepoli sono chiamati a fare la stessa cosa. Il Signore incontra i primi discepoli sul posto di lavoro, erano intenti a pescare, è Lui che li vede, li ha scelti sin dal grembo materno, li ama «Tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo» (Ct 6,5; 4,9). È lui che ama per primo e per noi ha sacrificato la vita. È importante ciò che rileva Matteo: i fratelli, Gesù li chiama in coppia e ciò ci riporta alla mente e al cuore che la vocazione di ciascuno è legata all’altro nella fraternità, nell’essere figli dello stesso Padre. Gesù, qui li chiama a viver con lui, a condividere la sua stessa vita, li chiama ad andare dietro di lui.

Abbandonato tutto senza frapporre condizioni, liberi: «dalle loro relative sicurezze della vita il discepolo viene proiettato alla piena insicurezza, dal controllabile al calcolabile al totalmente incontrollabile e contingente; non c’è altro che il vincolo al solo Gesù Cristo, il contenuto è lui stesso» (Bonhoeffer, Sequela, pp. 44-45).

Cristo è pienezza del nostro vivere e tutto ciò che lasciamo e crediamo di perdere in lui trova compimento. Andare dietro a lui! È Lui che ci precede perché ci prepara la strada, ma a volte il nostro prevaricare ci autorizza a passare avanti a Lui, quasi come a dire: «Ci penso io». Seguirlo! Questo aiuta a diventare figli e se impariamo a essere figli riscopriamo anche la bellezza dell’essere fratelli. I discepoli sono stati pescati alla vita dal Figlio e ora sono chiamati a pescare fratelli: vi farò pescatori di uomini. A queste parole subito lo seguirono.

Quando si sente il proprio nome tutti si girano tutti rispondo e qui, i primi discepoli si son sentiti chiamare dentro; all’amore non si resiste. Lasciano tutto, ma non con tristezza o con senso di obbligo e privazione: è una scelta libera, decisa per seguire ciò che più di tutto sta a cuore (Fil 3,7). Si segue chi si ama e, in un certo senso si diventa ciò che si ama. La missione di Gesù continua ancora oggi, con noi. La salvezza ha vedute globali ed è per tutti gli uomini.

Suor Tiziana Chiara