Quei tralci vivi pieni di grappoli
Ma un tralcio da solo non può essere fecondo. È necessario che si integri alla vigna di Gesù che si allarga nel mondo, sia per la predicazione degli Apostoli, sia per la potenza dello Spirito Santo (prima lettura). È l’energia del Risorto Signore che raggiunge il persecutore e ne fa un suo missionario. Così ogni cristiano ha l’impegno di annunciare il Cristo, con gli altri, e di spandere la vita che egli stesso ha ricevuto. Paolo apostolo porterà frutti nel Cristo, e la Chiesa nascente con lui. Giovanni ci dice come essere tralci fecondi (seconda lettura): avere la fede nel Cristo, essergli fedeli, osservare il comandamento dell’amore verso i fratelli, non a parole ma nei fatti, pregare con fedeltà. Soprattutto il comandamento dell’amore vicendevole è strutturante la vita della comunità del Risorto: «Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli».
La nostra fede, incessantemente nutrita alla Parola e ai sacramenti, deve essere una fede attiva («militante», si diceva una volta), ad immagine di quella delle prime comunità cristiane. Ma prima di «fare» qualcosa che traduca la fede, è necessario che l’adulto nella fede (questa categoria non coincide con l’età anagrafica) «rimanga» nell’amore di Cristo, abbia una vera relazione con Lui, una storia condivisa continuamente ripresa e alimentata. L’amore, quello autentico, è sempre generatore di vita. Non si tratta tanto di fare propaganda o di aggregare a sé altri; si tratta piuttosto di testimoniare a tutti la grazia di quell’incontro che trasforma e sorregge l’esistenza, che dà energie insperate.
Eccoci dunque chiamati in questa domenica a lasciarci potare da Colui che è la vera vigna, al fine di portare più frutto. Se ci lasciamo trasformare dall’Eucarestia che celebriamo, è Dio che porta frutto attraverso di noi, che annuncia la Buona Notizia nelle nostre parole, che manifesta la sua presenza al mondo nei nostri gesti e nelle nostre scelte. Cristo vuole e deve essere vita della nostra vita, coscienza della nostra coscienza; la sua grazia deve essere la nostra forza. Trasformati da Lui, le nostre esistenze diventano segni di salvezza per il mondo. Chiediamo come dono dello Spirito di vedere i segni della presenza del Signore nella storia, e di essere proprio noi, in ogni ambiente, il segno inviato da Dio per essere luce e sale al prossimo.