Quando la fede vola da sola
Domenica 24 agosto, 21ª del Tempo Ordinario. Pietro rispose: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio». (Giovanni 6,68-69)
Certe verità – e innanzitutto il mistero eucaristico – sono condivisi dall’uomo solo per la fede. Essa è più fiducia che comprensione, più chiaro-scuro che luce, più abbandono alla persona di Gesù che appoggio alle proprie convinzioni e certezze razionali. Pietro accetta non perché capisca più degli altri che se ne sono andati, ma perché «crede e conosce», due verità spesso interscambiabili, anche se il credere contiene il conoscere.
Il motivo dell’accettazione di quanto Gesù dice risiede nella coscienza che egli è il «santo di Dio», un titolo messianico analogo a quello attribuito a Pietro dai sinottici in una chiarificazione sempre maggiore: tu sei il Cristo; il Cristo di Dio; il Cristo, il Figlio di Dio vivente. Accettare per fede un’affermazione anche se non capita pienamente, fondandosi su Gesù, è porsi in un rapporto vero con Dio, il quale vuole evitare che l’uomo si illuda di trovare in se stesso ogni sicurezza.