Prendere il largo

7 febbraio, 5ª domenica del Tempo ordinario:. Letture:   Is 6,1-2a. 3-8; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11di GIANCARLO BRUNIEremo delle Stinche – Panzano in Chianti

1. Luca invita i suoi lettori a seguire Gesù nello svolgimento del suo programma, una itineranza dalla Galilea (Lc 4,31) alla Giudea (Lc 4,44) perché «è necessario che io annunci la buona notizia del Regno di Dio» (Lc 4,43) ovunque. Vale a dire la vicinanza di un Dio che, nella parola ricca di autorità e di potenza di Gesù (Lc 4,32. 36), svela la sua regalità in termini di liberazione dell’uomo da ciò che gli impedisce di essere veramente uomo. È in questo contesto che avviene la chiamata dei primi quattro discepoli. Luca ama sottolineare che Simone e, sottinteso, Andrea, vedi i plurali dei versetti 5,6.7, e i loro compagni Giacomo e Giovanni già frequentavano Gesù assieme alla folla. Una frequentazione che ora diviene sequela: «lasciarono tutto e lo seguirono».

2. Il passaggio dal lasciare al seguire è esemplificato nel dialogo Gesù – Simone che inizia con una parola di Gesù: «Prendi il largo»; prosegue con tre parole di Simone: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla», «Maestro, sulla tua parola getterò le reti», «Signore, allontanati da me che sono un peccatore»; e si conclude con una parola di Gesù: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Dall’insieme di questi passaggi emerge evidente il tragitto di Simone: dalla delusione al riprendere il largo in forza di una parola che è sempre via d’uscita all’amara e fallimentare situazione del presente.

La parola di un già riconosciuto Maestro (Lc 5,3) che a seguito della pesca sovrabbondante, e il pensiero va al racconto post-pasquale giovanneo (Gv 21,1-14), verrà confessato come Signore unicamente alla proclamazione di sé come peccatore,una distanza che il Santo colma con una vicinanza di misericordia e con una parola che dischiude Simone a un imprevisto orizzonte, da pescatore di pesci a pescatore di uomini oltre ogni timore unicamente affidato alla parola che chiama. La risposta di Simone e degli altri tre a questa uscita verso mondi insperati e forse sospirati è stata la «sequela», vale a dire l’essersi lasciati pescare – catturare dalla parola del Maestro – Signore per stare con lui e per condividere il suo sogno di catturare – pescare uomini dalle oscure profondità del male, di cui in quel contesto il mare è metafora, per farli emergere alla luce di una vita orientata dalla sua parola di luce.

3. E la barca di Simone da cui Gesù ammaestrava (Lc 5,3) diventano Simone stesso, i tre e noi chiamati a prendere il largo dalle nostre stanche e abitudinarie consuetudini mentali, pratiche e ecclesiali per divenire, pescati da lui, barche attraverso cui la Sapienza continua ad attrarre uomini e donne conducendoli al largo nello spazio di Dio e del suo pensare.