Nulla frena l’entusiasmo di chi annuncia Cristo risorto
Letture del 22 aprile, terza domenica di Pasqua: «Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo» (At 5,27-32.40-41); «Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato» (Salmo 29); «L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza» (Ap 5,11-14); «Viene Gesù, prende il pane e lo dà a loro, così pure il pesce» (Gv 21,1-19)
DI BRUNO FREDIANI
Gesù continua ad apparire ai suoi e a mangiare con loro che lo riconoscono particolarmente come il maestro risorto proprio al momento dello spezzare il pane. Inizia il cammino della chiesa, che, guidata dallo Spirito, unita intorno a Pietro, rivive, nel tempo e nella storia concreta dell’umanità, a cui è legata da profondi vincoli di comunione e di affetto, la passione e la risurrezione come momenti fondamentali della salvezza. Il senso pasquale della lode liturgica, il riconoscimento che la salvezza viene da Dio e da Colui che è stato crocifisso e risuscitato traspaiono anche dalla vita del cristiano e delle comunità.
Sono da evidenziare anche due dati fortemente simbolici nel racconto del vangelo: si parla di un’unica barca, simbolo della Chiesa (un solo gregge, un solo pastore), si delinea l’iniziativa di Pietro nel tirare a riva la rete. L’unità della chiesa, espressa anche nelle singole comunità, intorno ai pastori è fattore determinante in ordine alla riuscita della missione, che non è delegabile. Pietro è il punto di convergenza dell’unità di tutta la comunità che, con lui è titolare della missione.
È nel mondo che il cristiano e le comunità svolgono la missione, perché nel mondo incontrano i loro fratelli, percorrendo i loro stessi sentieri. Nel mondo incontrano le enormi sfide attuali,: i conflitti, l’ingiustizia, la disoccupazione, la minaccia del futuro Di fronte a queste situazioni non servono una fede bigotta e devozionale e le prediche moralistiche come se si fosse fuori dalla logica che produce tutti questi mali. La fede nella risurrezione e la responsabilità della missione verso tutti gli uomini e soprattutto verso i più deboli e i più provati dalla vita, porta il cristiano a «inventare» vie nuove, a «creare» nuovi strumenti di dialogo, di comunicazione e di solidarietà, a «sognare» nuove prospettive per alimentare la speranza. È in queste situazioni che la fede nel Signore risorto prende corpo e acquista concretezza.