Natale: anche i pastori diventano «angeli»

Letture della Messa nella notte di Natale: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9, 1-3. 5-6); «È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini» (Tt 2, 11-14); «Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,1-14)

di Angelo Sceppacerca

L’evangelista Luca, come un regista, fa una zoomata: dalla panoramica su «tutta la terra», restringe l’obiettivo sul Medio Oriente (Siria), poi sulla Palestina (Galilea e Giudea), infine su Betlemme, raccogliendo fra migliaia di volti i tratti di un uomo e di una donna, Giuseppe e Maria, quasi a condensare la Storia universale nella loro piccola storia familiare. S’intuisce il disagio di questi giovani sposi a causa del viaggio e della mancanza di intimità in cui si trovano. La nascita del bambino avviene nella precarietà: c’era tanta di quella gente in quella «stanza» che Maria dovette adagiare il Bimbo nella mangiatoia degli animali.

All’affannoso movimento di folla si contrappone la statica veglia dei pastori, all’editto imperiale fatto risuonare per tutta la terra risponde il canto degli angeli in cielo, alla confusione di lingue presenti a Betlemme fa da contrasto la silenziosa notte della campagna. Siamo lontani forse solo qualche chilometro dalla piccola borgata di Giudea, molte miglia invece dalla grande Roma… ma siamo in un altro mondo, il mondo di quelli che letteralmente «non contano», che valgono talmente poco da non fare numero. I pastori infatti erano una categoria considerata senza fissa dimora, non godevano – alla pari delle donne e dei bambini – del diritto civile di testimonianza in tribunale, ed erano assimilati ai ladri e ai briganti. Giuseppe e Maria, come i pastori, non hanno posto. Eppure, proprio quei pastori sono scelti come primi testimoni e annunciatori del mistero della salvezza, così come le donne saranno le prime testimoni e missionarie della resurrezione!

I pastori decidono di aderire a ciò che viene loro rivelato, e si lasciano mettere in moto: vanno «senz’indugio» e riferiscono «ciò che del bambino era stato detto loro». I pastori diventano a loro volta «angeli», cioè annunciatori del mistero, rivelatori e missionari!

La grande gioia annunciata ai pastori «è per tutto il popolo». I pastori sono dunque i primi predicatori. La gioia annunciata è «grande», proporzionale alla paura che l’ha preceduta. L’oggi dei pastori è in realtà anche il nostro «adesso». Noi non attendiamo un’altra alba, perché la vita ci è stata data per accorgerci della salvezza in questo nuovo giorno.