Maria, l’Immacolata: donna riempita di tenerezza

Siamo alla 2° domenica di Avvento, la Parola di Dio ci mette di fronte a delle scelte che hanno sapore di libertà. Maria pronuncia il SI d’amore che cambia la storia, ha avuto il coraggio di rispondere alla chiamata di Dio e accoglie suo Figlio per amore dell’umanità. Sì, perché Dio cerca l’uomo da sempre e non si stanca di amarlo anche dopo il peccato. Nella 1°lettura Dio chiede ad Adamo Dove sei? Adamo si nasconde perché ha paura «sono nudo e mi sono nascosto». A volte la nostra presunta libertà di scegliere si tramuta in perdita di orientamenti e riferimenti. Quello che doveva essere un giardino paradisiaco da vivere nel dialogo è diventato luogo di paura e di vergogna. La paura, la vergogna diventano condizioni angoscianti, anche oggi, e non avendo più capacità di distinzione si arriva a scaricare le colpe su altri: Adamo fa così con Eva, ed Eva con il serpente!

Oggi siamo chiamati a raddrizzare i nostri sentieri, come dice il canto al Vangelo, a preparare la via alla vita che Dio ci offre, a pronunciare il nostro Eccomi, impegnandoci a sradicare ciò che impedisce al nostro cuore di esser libero nell’amore. Maria ci viene in aiuto, lei si è fidata, ha fatto della sua vita un tabernacolo vivente. Accetta il mistero della fede; lo straordinario di Dio è che entra in una semplice casa, nel quotidiano di gente semplice. Il quotidiano diventa spazio teologico per eccellenza. Dio parla al cuore dell’uomo. Le parole dell’Angelo non sono un semplice saluto ma si rifanno alla promessa dell’AT (Sof 3,14-17); l’Angelo non le impone un atteggiamento di servilismo, ma dice: gioisci, apri il tuo cuore alla gioia.

Un’esplosione di gioia in pochi istanti dove Dio in Maria vuole donare all’uomo la sua gioia, suo Figlio che è pienezza e compimento. Il motivo di questa gioia è perché Maria è la piena di grazia, il suo nome significa: l    colmata di grazia, graziata, riempita di tenerezza.

Il Signore vuole entrare nella storia e abitare lo spazio che ha creato, colmando l’attesa dell’uomo. L’invisibile diventa visibile, l’innominabile ora ha un nome attraverso Maria, che diventa la Madre della Chiesa. Chi non rimarrebbe turbato di fronte a questo mistero? E Maria fu tutta turbata; si chiede il senso di tali parole. L’angelo la rasserena: non temere. La invita a fidarsi di Dio, Lui sceglie ciò che è piccolo per rendere grande il suo amore, sceglie Lei perché ha scrutato il suo cuore e l’ha trovato degno d’amore.

Maria è stata scelta per dare alla luce Gesù, umanamente si chiede come è possibile tutto questo, come essere madre senza conoscere uomo. Porre domande è lecito, Maria sa bene che Dio opera l’impossibile, ma chiede come sia possibile. Questa Parola dice l’importanza di saper far buon uso dell’intelligenza della fede, di esser consapevoli e maturi ad accogliere il Mistero che ogni giorno si presenta. Abbandonandoci al mistero lo Spirito di Dio scende su di noi. Fu così con Maria; è così anche con noi. Quello stesso Spirito che avvolgeva la creazione, che accompagnò Mosè nella nube, lungo il passaggio del mar Rosso, ora avvolge Maria, vera arca dell’alleanza, nuova Eva. Ed è solo quando si ha la disposizione del cuore e l’abbandono totale della propria vita in Dio che si può gridare di gioia ed esultare dicendo: Ecco la serva del Signore.

In questa disposizione non c’è solo il Sì di Maria ma anche il Sì di Dio ad accogliere ogni uomo nel grembo dell’umanità. Maria si dice serva, disposta alla volontà di Dio. Nella Bibbia serva non ha voce passiva, non ha nulla di remissivo e negativo, ma è colei che collabora, che con consapevolezza si assume le sue responsabilità e diventa con-redentrice con il Creatore. Dio esulta di gioia, Adamo si era nascosto per paura, Maria si espone e risponde: sì, ci sono, eccomi. Il percorso di Maria  diventa un cammino articolato: dal turbamento di fronte all’annuncio, alla domanda che esprime la fede e cerca, infine l’adesione: «Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola». La fede di Maria è quella di una donna che sa ascoltare la Parola e ne diviene dimora. Anche noi, oggi, siamo invitati a essere servi del Signore, a credere nella sua Parola e a metterla in pratica. Questo tempo di Avvento ci viene incontro per preparare il cuore e la mente ad accoglierlo come Maria, donna dell’attesa e della speranza.

*Domenicane di Pratovecchio