Lo Spirito Santo prolunga la presenza di Gesù

Letture del 1° maggio, 6ª domenica di Pasqua: «Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo» (At 8,5-8.14-17); «Grandi sono le opere del Signore» (Salmo 65); «Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito» (1 Pt 3,15-18); «Pregherò il Padre e vi darà un altro Consolatore» (Gv 14,15-21)DI PIERDANTE GIORDANOA conclusione del percorso educativo delle domeniche dopo la Pasqua, la Liturgia ci presenta oggi uno degli aspetti più sorprendenti di ciò che Gesù rivela di se stesso. Siamo stati accompagnati a capire che Gesù vuole che tutta l’umanità e ogni essere umano possa essere raggiunto da quella vita in abbondanza che Lui intende garantirci. Abbiamo capito che questo dono può venire soltanto da Dio. Oggi siamo aiutati a ripensare con quale energia ordinaria e quotidiana, questi orizzonti straordinari diventano possibili e raggiungibili. Gesù rivela qualcosa che non ci è troppo familiare. Ci sembra di capire che così era per i suoi discepoli che per tre anni lo hanno seguito e ascoltato, ma che non hanno afferrato del tutto e fino in fondo i messaggi che offriva loro. Solo in un secondo momento, alcune comunicazioni di Gesù sono diventate più chiare e più comprensibili. La pagina del Vangelo ce ne dà un esempio e nello stesso tempo invita gli ascoltatori di oggi ad accogliere meglio questa comunicazione sorprendente di Gesù. Quasi a conclusione del lungo discorso di commiato che Gesù condivide con un gruppo ristretto dei suoi discepoli, richiama la promessa di una nuova presenza («il Padre vi darà un altro Consolatore, lo Spirito di verità») che agirà nella storia come «prolungamento» dell’azione di salvezza inaugurata da Gesù. I Vangeli, nel loro insieme, ci offrono scarsa documentazione di ciò che Gesù ha rivelato ai suoi discepoli della realtà dello Spirito Santo. Forse è per la «novità» assoluta e non ancora sperimentata del tema. È argomento troppo lontano e inatteso. I discepoli probabilmente non capiscono subito e finiscono per dimenticare ciò che Gesù ha detto loro circa lo Spirito Santo. Le confidenze di Gesù su questo tema, sfuggono al bisogno di essere registrate con più cura nei vangeli. Tutto tende a concentrarsi su Gesù. Ma a Gesù sta a cuore questa rivelazione. Dalle poche citazioni dei vangeli ci sembra di capire che Gesù ne ha parlato con passione. Ha voluto preparare i suoi discepoli alla comunicazione della presenza dello Spirito di Dio e ha voluto che comprendessero che questa «comunicazione» vitale era l’obiettivo ultimo della sua missione da parte del Padre.

Gesù sa di dover «tornare al Padre» (espressione che implica contemporaneamente distacco da una concretezza del mondo e, insieme, «integrazione» piena, cioè ricongiungimento con il Padre), perché soltanto nell’esaurimento di questo «ritorno», lo Spirito Santo realizza la sua comunicabilità nella storia. È lo Spirito della «santità» (è importante questo termine nell’accezione della Scrittura) di Dio che Gesù, in qualità di «risorto», darà al mondo. È l’energia divina che animerà la Storia. È il dinamismo di trasformazione che renderà «familiari», imparentati con Dio stesso. È la «vita rigenerata» di Gesù che si prolunga, dilaga e si rende operativamente presente nella storia di tutta l’umanità.

La comunicazione dello Spirito è l’effetto fondamentale della Pasqua. Si può dire che Pasqua e Pentecoste sono un unico evento con effetti diversi. La Pentecoste «prolunga» e rende permanente ciò che avviene nella Pasqua di Gesù. Ha un significato straordinario quella breve battuta che l’evangelista ricorda di Gesù: «Non vi lascerò orfani. Ritornerò da voi». Lo Spirito Santo «prolunga» la presenza di Gesù che continua ad essere, permanentemente, una «presenza divina» nella nostra vicenda umana. Rimane il «Dio-con-noi» a pieno titolo. Il mistero straordinario di Dio che continua a operare nella storia e che a noi è stato rivelato dalle parole di Gesù, avremo ancora la gioia e l’opportunità di conoscerlo e meditarlo nelle prossime celebrazioni festive: l’Ascensione (premessa e condizione del dono dello Spirito), la Pentecoste (evento della comunicazione dello Spirito).