Lo spirito ci svela il vero senso dell’Ascensione

Letture di domenica 4 maggio, Ascensione: «Fu elevato in alto sotto i loro occhi» (At 1,1-11); «Ascende il Signore tra canti di gioia» (Salmo 46); «Dio ha fatto sedere Cristo alla sua destra nei cieli» (Ef 1,17-23); «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Mt 28,16-20)

DI MARCO PRATESI

La lettura dalla Lettera agli Efesini ci invita a desiderare e chiedere un dono davvero necessario. Parafrasando il testo, possiamo formulare questa preghiera: «O Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, dacci uno spirito di sapienza e di rivelazione, perché possiamo conoscerti pienamente. Illumina gli occhi del nostro cuore, affinché sappiamo a quale speranza Tu ci hai chiamati, qual è la ricchezza della Tua eredità nei santi, e quale l’immensità della Tua potenza verso di noi che crediamo». Questa è una bella preghiera da fare sempre ma, se accogliamo il suggerimento della liturgia, particolarmente nella festa dell’Ascensione. Per contemplare il Cristo che ascende, il Cristo che siede nella gloria del Padre, abbiamo bisogno di uno «spirito di rivelazione»!

Non diamo troppo per scontato di possederlo: son quelle cose che quando si danno per acquisite sono ipso facto perdute… Dobbiamo convincerci che esiste una realtà nascosta, un livello irraggiungibile per noi, che tale resta se non ci viene svelato. C’è una realtà profonda al di là delle apparenze, dentro la storia, nelle cose, nei fatti. L’esperienza del disvelamento è parte della vita di ogni uomo: ci sono esperienze che aprono nuovi orizzonti, significati e dimensioni. Pensiamo a momenti di meraviglia profonda davanti a qualcosa, di esperienza della bellezza, nelle sue varie forme. L’esperienza più comune in questo senso è l’innamoramento, che trasfigura il mondo nel quale fino a quel momento si è vissuti, cancellando ogni grigiore. Sono esperienze che non dipendono dalla nostra volontà e non si possono ottenere coi nostri mezzi e programmi: le accogliamo e basta. Quanto era nascosto si rivela; quanto sembrava insignificante si carica di senso; quanto era grigio si colora. Adesso non possiamo più andare avanti come prima, adesso dobbiamo cambiare.

Lo «Spirito di rivelazione» è un dono dello Spirito per il quale noi non ci fermiamo alle visuali umane, ma andiamo oltre, verso una realtà profonda e nascosta. Lo Spirito toglie il velo dai nostri occhi e ci fa vedere le cose come Dio le vede, cioè come sono davvero. Il nostro punto di vista si conforma a quello di Dio, possiamo trovare il significato autentico della (nostra) storia. Qui, e non nelle novità esteriori, troviamo quella novità di cui abbiamo tanto bisogno per vivere e non sopravvivere.

Che cosa questa bella festa dell’Ascensione ci chiama a scoprire al di là delle apparenze, dentro la storia, nelle cose, nei fatti, nella mia vita, al suo cuore? Il Crocifisso risorto, che vi regna come Signore. Di là – da quel cuore nascosto – egli tornerà, si manifesterà, «a giudicare i vivi e i morti». Se lo abbiamo compreso, dichiariamolo Signore della nostra vita, riconoscendogli cordialmente il diritto di governarla, sempre più ampiamente e autenticamente.

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