L’evento della gioia

di GIANCARLO BRUNIEremo delle Stinche – Panzano (Fi)

13 dicembre, 3ª Domenica di Avvento: Sof 3,14-18; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18 1.

1) Il viaggio nel tempo di Avvento è ricco di continue sorprese, l’atteso, leggiamo nel Vangelo di Luca, lo deve essere in una vita giusta nel condividere ciò che si ha con chi ne è privo, e nel non arricchirsi a spese delle categorie più disagiate, nel caso, i contadini e i piccoli artigiani, sovratassandole iniquamente con l’estorsione e la minaccia. Cosa che facevano in combutta tra di loro esattori delle tasse, i pubblicani, e militari dell’esercito romano di occupazione che il Battista richiama, unitamente alle folle (Lc 3,7.10), al «che cosa fare» secondo Dio: il portare il frutto buono della giustizia e della benevolenza, «opere degne della conversione». Un «battesimo di acqua» inteso come preliminare al «battesimo in Spirito Santo», Giovanni esorta (Lc 3-18) alla deposizione nel fondo delle acque dell’uomo ingiusto e alla apparizione sulla superficie della storia dell’uomo giusto in vista di una ulteriore nascita, quella da Spirito portato da Gesù, il Messia.

2) Sorprendenti prospettive si dischiudono. Nel qui e ora delle celebrazioni liturgiche Colui che viene nella parola e nel pane si rende vicino adempiendo l’«annuncio della buona novella» di Giovanni (Lc 3,18), il dono promesso dello Spirito. L’ascoltato e il mangiato depone nel cuore personale e comunitario il suo Spirito che dà forma a uomini e donne di allegrezza, all’evento della gioia. La nascita alla gioia è infatti la nota dominante di questa terza domenica di Avvento. Sofonia proclama che la tristezza causata dal male fatto e dal male subito lascerà il posto alla gioia quando Israele e quindi Gerusalemme diverrà «città – emmanuele», luogo in cui «il Signore è là» come sposo che nella esultanza danza attorno alla sua bella resa libera, umile, povera e giusta. Finalmente «città allegra». E Paolo nella lettera ai Filippesi scrive: «il Signore è vicino», «Rallegratevi nel Signore, sempre», «La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini».

3) Il messaggio è chiaro. Colui che attendiamo faccia a faccia è il già vicino datore di un Soffio portatore di germi sani tra cui quello della gioia (Gal 5,22). Gioia di cui conosciamo la provenienza, dal Padre per il Figlio nello Spirito, il contenuto, la loro vicinanza, la destinazione, tutti gli uomini. All’attesa del mondo, che è l’evento della gioia e della condivisione del pane, Dio dona uomini e donne dal volto gioioso e dallo stile affabile. I contenti dentro sono amabili, clementi, tolleranti e accoglienti fuori, riflesso della cura di un Dio a cui stanno a cuore l’allegrezza e il bisogno dell’uomo. Un Dio che attraverso i suoi amici danza attorno alla creatura umana e condivide il pane con la creatura umana.