L’Ascensione: Gesù è il «Dio con noi»

Celebrando la solennità dell’Ascensione di Gesù, ci avviciniamo al termine del tempo pasquale. Il brano che ci guida è la finale del Vangelo di Matteo: una splendida sintesi teologica. Di Ascensione vera e propria parlerà Luca nella 1° lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli. Ciò che è singolare in questa domenica è la presenza di una parola ricorrente, la parola è: FORZA che lega le tre letture: «Avrete forza dallo Spirito Santo» (1°lettura); «secondo l’efficacia della sua forza» (2° lettura); «Mi è stato dato  ogni potere in cielo e in terra» (Vangelo). È la forza di Cristo che viene a spezzare ogni condizione, viene a rafforzare la nostra vita e a renderci suoi amici, per sempre.

In questa liturgia vi è uno stile elevato e grandioso che assume i tratti della definitività.

Gesù si avvicina agli apostoli, e parla. Il Signore raduna i suoi per una sola ragione, perché sappiano cosa devono fare da quel momento in poi: rivelare a tutte le genti, l’attualizzazione del piano del Dio-Amore realizzato attraverso il Figlio nello Spirito Santo.

Gesù adempie la promessa fatta lungo il cammino verso il Getsemani, quando aveva annunciato la sua morte ma anche la Risurrezione.In Galilea: luogo dove ha avuto inizio la chiamata, luogo dove Gesù riconvoca i discepoli, ma questa volta non soggetto a nessuna dimensione umana, chiama nella libertà.

Li incontra sul monte: luogo privilegiato per parlare al cuore dell’uomo. Gesù si avvicinò e parlò. Per riprendere il legame con i discepoli, Gesù deve avvicinarsi ed esporsi; un avvicinamento che riprende una comunicazione interrotta. Si legge: Andate. Il compito di andare ha come unico scopo diffondere l’amore ricevuto e donarlo, donarsi. Farsi discepoli a tutte le genti.

Se al Gesù terreno, al Gesù prima della morte il percorso era limitato dall’indifferenza, limitato dall’odio, ora al Gesù Risorto non vi è limite, non vi è confine. Il modo della missio ad gentes, del grande mandato missionario, è fatto da due elementi: battezzare e insegnare.

Chi è colui che deve andare? Chi è il vero discepolo? Discepolo è chi è immerso, sommerso in   Dio dove lo Spirito Santo rende forti e rigenerati. Attraverso le parole: nel nome de Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, siamo inseriti nella Trinità, evidenziando come l’azione battesimale sia in stretta relazione al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Il discepolo entra in relazione con un Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. È da questo che si è inseriti nell’evento salvifico che rende possibile una nuova vita di relazione.

La seconda parte importante della missione è insegnare ciò che il Signore ha detto. Un comando antico ma con un modo nuovo che rende fecondi nell’essere missionario: l’AMORE.

Gesù e i discepoli sono uniti da un unico intento: fare discepoli tutti. Ciò che rende unico e singolare questo testo è la Presenza, la fedeltà di Cristo nei confronti dell’uomo: ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Gesù è colui che compie la promessa profetica fatta ad Acaz (1s 7,14), è l’Emmanuele il Dio con noi (Mt 1,23). Si fa presente e garantisce la presenza: dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro (Mt 18,20), si fa presente in ogni nostro respiro.

Fare di ogni uomo un discepolo: ecco l’impegno della Chiesa e dei cristiani in ogni tempo. Un’impresa possibile? Il Signore dice, oggi a ciascuno di noi: Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. A noi oggi è chiesta la disponibilità del cuore, della mente, di tutta la nostra persona: dare compimento al mistero. Lui ci fa una promessa mentre ci lascia, ma con l’Ascensione il Signore Gesù è divenuto veramente l’«Emmanuele», il «Dio con noi» per sempre. Questa è la forza della nuova evangelizzazione, questa è la grandezza di Dio: l’aver scelto di essere con noi, l’aver scelto di immolare la vita, fino a perderla, ma ancor più disarmante e commovente aver scelto di fare di noi la sua presenza. Buon cammino a tutti.

Suor Tiziana Caputo