La Santità rende bella la vita

DI GIACOMO BABINI Vescovo emerito di GrossetoDomenica 1 novembre, festa di Tutti i Santi.  Noi siamo santi per il Battesimo che ci ha rinnovati, per il Vangelo che ci guida secondo lo Spirito Santo, per la Chiesa, la nostra compagnia nel mondo. Oggi ricordiamo tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che nella Storia non hanno tradito la loro santità ed ora sono nei Cieli e nella Terra Nuova voluta da Dio per i suoi Santi. I Lettura: «Hanno reso le loro vesti candide col Sangue dell’Agnello»La prima lettura tratta dall’Apocaslisse presenta una grandiosa visione di S. Giovanni. Una scenografia solenne espressa da persone pacifiche nella grandiosità di una liturgia celeste, alla quale partecipano persone provenienti da ogni nazione della storia.

Ci sono le grandi figure, gli apostoli, i profeti, e poi una moltitudine immensa avvolta in bianche vesti e accomunati da un canto di lode all’Agnello Redentore. Chi sono questi? domanda Giovanni. Sono coloro che hanno reso le loro vesti candide col sangue dell’Agnello. I battezzati ed i redenti. Questa visione dà pace a noi che possiamo immaginare finalmente le persone buone al di sopra delle cattiverie, della battaglie ipocrite, delle manifestazioni false e indecenti che abbiamo sempre sotto gli occhi. Aggiungerei anche, non mancheranno i dilaniati dagli attentati, gli affogati dal maremoto, i sepolti dal fango, perché Dio non perde di vista nessuno dei suoi santi.

S. Giovanni Evangelista, quando scriveva questa manifestazione certamente aveva presenti i primi Cristiani fin da subito perseguitati ovunque, è voleva infondere loro coraggio descrivendo come il Padre li avrebbe protetti sostenuti nella persecuzione e raccolti nel Suo Regno.

II Lettura: «Noi saremo simili a Lui»Il nostro cambiamento non inizia dopo la morte, ma ora, nel tempo. Inizia con il battesimo e si perfeziona con gli altri sacramenti. Stabilisce nel mondo una persona buona, una persona normale che vive secondo natura, secondo la ragione, secondo la Grazia. Il mondo non ha voluto riconoscere Cristo, non ha creduto in Lui, pertanto non lo conosce. Non conoscendo Cristo non conosce nemmeno noi. Continua nei confronti dei Santi quella violenza e quella irrisione che iniziò contro Cristo mentre era ancora vivo sulla Croce. Ma non vi perdete di animo, «tutto posso in colui che mi conforta». Vangelo: «Gesù e i suoi discepoli ammaestravano le folle»Il Vangelo descrive un momento privilegiato della nascita dei santi in questo mondo. Attorno a Gesù nel monte delle Beatitudini ci sono gli apostoli, ci sono le persone animate dal desiderio di santità e di felicità per tutti. La santità inizia in questo mondo. Gesù parla tra la meraviglia generale. Beati voi che ascoltate, beati voi che vivete. Imparate a vivere nella pace, nella mitezza, nella purezza, nella povertà di Spirito. Questo discorso lo ripeteranno nel tempo S. Francesco, S. Teresa di Calcutta e tutti gli altri Santi e farà sempre lo stesso effetto. Rallegratevi – dice Gesù – quando dovrete sostenere qualche cosa di facile o difficile per me, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Una definizione, come sempre precisa ed operativa del Papa su questo argomento della santità: «La straordinaria fusione tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo, rende bella la vita e fa rifiorire il deserto in cui spesso ci troviamo a vivere. Dove la carità si manifesta come passione per la vita e per il destino degli altri, irradiandosi negli affetti e nel lavoro, e diventando forza di costruzione di un ordine sociale più giusto, lì si costruisce la società capace di fronteggiare l’avanzata della barbarie. Diventate costruttori di un mondo migliore secondo l’ordine dell’amore in cui si manifesta la bellezza della vita umana». (22 maggio 2006 – Benedetto XVI all’incontro dei Movimenti Cattolici).